17 ottobre 2011

Il doppio gioco della controinformazione?

In questi giorni sicuramente avrete sentito delle manifestazioni in tutto il mondo organizzate dal movimento conosciuto col nome di Indignados, impegnati contro le banche e le istituzioni finanziarie in generale e le grandi corporations multinazionali.

Mentre nell’informazione “normale” questo è all’incirca ciò che viene smistato al popolo, la miriade di siti Internet di controinformazione marciano praticamente all’unisono sul solito tono da sottomessi cronici: il movimento è orchestrato dall’èlite globale che governa il mondo da dietro le quinte e siamo di fronte all’ennesimo passo in avanti verso il Nuovo Ordine Mondiale. A dire la verità, non ho avuto molto tempo nè voglia di spulciarmi ben bene codesti siti (come si può vedere dai miei ultimi post, la mia attenzione è spostata su argomenti più profondi e spirituali) ma, da quel poco che ho visto, all’incirca il punto è questo.

C’è stato, però, un articolo che ha fatto rimbalzare nella mia testolina capellona una semplice domanda: ma perchè? Nel testo si enucleano 11 motivi per cui quelli del movimento Occupy Wall Street, una sorta di Indignati in salsa yankee, siano quantomeno miopi nei loro proclami perchè non chiedono le dimissioni del presidente degli United States of Advertisement [cit.], Barack Obama.

Ora, non mi rivolgo soltanto ad Occupy Wall Street ma più in generale ai vari movimenti di protesta civile, quale che siano i loro nomi, cresciuti in questi ultimi mesi. Ho letto circa dieci minuti fa l’articolo di Gianluca Freda che, naturalmente, distrugge i manifestanti presenti a Roma, per via del macello creato dai soliti prezzolati etichettati come Black Block. Non menziona, però, che nel resto del mondo le manifestazioni si sono svolte senza problemi… Quello che risulta comune alla stragrande maggioranza dei post di siti della cosiddetta “controinformazione”, non solo nei due esempi sopracitati, è comunque la conclusione che ho esposto prima: sono proteste pilotate dalla stessa èlite che si dice voler combattere. Qui c’è un esempio.

Qui entra in gioco l’ipotesi: e se ci fosse un doppio gioco nella controinformazione? Ovvero, se fosse proprio l’èlite a diffondere, tra quelle pericolosissime persone che non si accontentano delle vaccate di tv e giornali mainstream, la diffidenza verso qualcosa che dà effettivamente fastidio all’èlite stessa? Se questo movimento mondiale fosse davvero scomodo ai grandi capi e, per “acchiappare” i cercatori autonomi di informazione come noi, venisse screditato tramite le nostre stesse “armi”, ovvero i siti di controinformazione? Se navigate in siffatte acque digitali, avrete senz’altro notato la linea generale che traina le principali conclusioni: i signori mondiali hanno il controllo praticamente su tutto e, a quanto pare, ogni singola protesta è pilotata proprio da loro. Nulla accade se loro non lo vogliono, che siano proteste o altro e, quando accade qualcosa, al 100% ci sono dietro loro.

Direte: ma perchè allora virtualmente tutti i siti controinformativi diffondono questa versione? Beh, essendoci passato anch’io, posso dare la mia opinione: anche nella controinformazione online c’è una gerarchia, nella quale troviamo siti piuttosto rinomati che in un modo o nell’altro danno informazioni etichettate come certe, le quali vengono riportate da altri siti un po’ meno “grossi”, un po’ meno famosi, nati dopo i primi (e spesso partendo proprio dall’aver conosciuto questi). Informazioni che vengono riprese da siti più piccoli, poi da quelli più piccoli ancora e via così. E mentre molte informazioni sono effettivamente certe, alcune vengono, a mio avviso, solo spacciate come tali.

Non parlo di siti assurdi e stralunati, pieni di vaccate fantasiose che anche un poppante capirebbe al primo acchitto. Intendo siti con almeno un minimo di attendibilità. A sinistra in questa pagina ce ne sono alcuni, ma sicuramente ne conoscerete altri mille oltre a questi. Nel meccanismo “a cascata” che ho descritto prima, tra un gradino e il sottostante si ha una perdita di autorevolezza e di attendibilità: le informazioni prese dal “piano superiore” vengono sempre più prese come date, senza grandi verifiche, ma basandosi sempre più sui gusti personali del gestore del blog (perchè, tendenzialmente, a parte i grandi siti, dietro a blog più amatoriali si cela solo una persona. Questo blog ne è un esempio).

Anche nella controinformazione digitale, quindi, c’è una sorta di oligarchia, anche se molto più debole se paragonata a quella presente nell’informazione mainstream. Ma quando questa oligarchia si è fatta un nome con il suo modo di vedere gli avvenimenti e il mondo, altri si sono seduti su questa visione, senz’altro in buona fede, e l’hanno diffusa a macchia d’olio, arrivando ad altri neofiti in via di disintossicazione dall’oppio di tv e giornali, adeguatisi a loro volta alla visione e via dicendo. Ci sono passato anch’io ed è evidente se date un’occhiata a molti dei post presenti sul blog, specialmente quelli fino all’inizio di quest’anno.

Eppure su questo movimento contro la finanza mondiale, a differenza per esempio della cosiddetta “primavera araba”, non mi sento di schierarmi con gli altri “colleghi” controinformatori. Penso, anzi, che ci sia la mano di qualcuno in alto, nella gerarchia politico-economica sotterranea mondiale, che frega proprio chi pensa di stare smascherando l’èlite denunciandola come presunta mandante delle proteste.

Un punto fondamentale, e veritiero, dell’informazione maldestramente definita “alternativa” è che il vero potere mondiale viene esercitato da banchieri, grandi finanzieri e manager di multinazionali che sottomettono col potere del denaro i politici di turno, meri pupazzi sbattuti in prima pagina per attirare le ire del popolo e per consentire loro di agire indisturbati nell’ombra. Benissimo, sono assolutamente d’accordo. Altro punto saliente, e diretta conseguenza di quanto appena detto, è che le grandi proteste si rivolgono verso la facciata del potere (politici &co.), mantenendo intoccata la sua vera struttura portante. Sono d’accordo anche qui. Ergo, una protesta mondiale nei confronti della grande finanza, delle banche e del vero potere, dovrebbe essere ben accetta. E invece no, non va bene neanche così. I potenti useranno questa situazione (da loro creata, naturalmente) a loro vantaggio per imporre una moneta unica mondiale, ad esempio. Non ho letto nessun post che arrivi a questa conclusione ma solo perchè, come ho detto all’inizio, la mia attenzione è momentaneamente rivolta verso altri lidi e dedico meno tempo alla geopolitica…

Forse l’èlite non è così onnipotente come sembra risultare da molti siti di informazione alternativa: forse, anzi, si appoggia a questi stessi siti per diffondere la (falsa) percezione di avere il potere assoluto. E’ talmente debole che di fronte ad un minimo attacco ha bisogno dell’aiuto di persone in buona fede, che cercano di capirne di più sul mondo, per apparire invincibile. Non lo è. potenza e libertà

E ovviamente sono stra-sicuro che la stragrande maggioranza dei blogger diffonde questa falsa percezione di onnipotenza involontariamente e, anzi, in buona fede, convinti di combattere il vero potere, mentre in realtà lo stanno aiutando a coprirne le (pesanti) debolezze. Ne sono stra-sicuro perchè, ripeto, l’ho fatto anch’io innumerevoli volte su questo blog, e solo ora me ne rendo conto. Meglio tardi che mai…

Pace.

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