28 novembre 2017

La scientifica e la scienza (ovvero: la confusione tra il perché e il per-come)

Prendiamo un caso ipotetico. In una sperduta località di campagna nel Molise (notoriamente la regione italiana di cui sempre si parla ma mai si è vista, perfetta come set di scene fittizie) una donna viene ritrovata senza vita in un fienile, con le braccia mozzate e appoggiate accanto al cadavere. Partono le indagini, mentre il tremendo fatto giunge nei titoli di testa di Studio Aperto (il più famoso telegiornale fittizio della tv italiana). Dopo l'iniziale shock emotivo causato da tale efferata tragedia, l'italiano medio vuole soddisfare la sua morbosa, ma anche legittima, curiosità, ponendo di fronte al mondo la propria fatidica domanda: perchè? Arrivano gli inesorabili esperti del RIS di Parma e, dopo giorni di rilievi ed esami di laboratorio, giungono a delle prime, sconvolgenti, conclusioni: il cadavere femminile ritrovato è proprio di una donna, ed è morta di morte mortifera. Nelle giornate successive, la perspicacia e la temerarietà dei RIS definiscono la dinamica dei fatti: la morte è sopraggiunta non per sanguinamento dovuto all'asportazione degli arti superiori, ma bensì per soffocamento provocato con del fil di ferro.

Ma il popolo italico, imboccato e stimolato dai programmi televisivi pomeridiani sulle emittenti di Stato e quelle private, non si accontenta di avere la risposta relativa alla modalità dell'omicidio. D'altronde, la domanda posta originariamente non era "come è morta" ma "perchè è morta". Gli inquirenti indagano il marito della donna, del quale sono state trovate le impronte digitali sulla mannaia usata nel delitto. Dopo settimane di una rocambolesca caccia all'uomo nelle campagne vicino Bologna, l'uomo, tale Giovannino Lessopesce (detto "Ivan l'ucraino" per via dei suoi passati 3 matrimoni con altrettante badanti dell'anziana madre) viene catturato. Per la confessione è solo questione di ore. Avrebbe tagliato le braccia alla moglie come contrappasso per la di lei irrefrenabile mania di spendere interi stipendi in smalto per unghie con strass diamantati. Letteralmente diamantati. Dopodichè l'avrebbe soffocata con il fil di ferro come contrappasso per la di lei altra irrefrenabile mania di esercitare ripetutamente fellatio verso l'istruttore della palestra che frequentava un giorno sì e l'altro pure.

Ora, e soltanto ora, il quesito originario dei figli dello Stivale trova soddisfazione. Ora, e soltanto ora, il movente, ovvero il "perchè" dell'omicidio, è stato svelato. Da qui in avanti sarà solo questione di saziare l'incommensurabile sete di rosso e vivido sangue tipica della folla popolare di d'ursiana tradizione. Ma questo è un altro discorso...

Ordunque per quale ragione vi è cotanta smania di conoscere la motivazione dietro un semplice omicidio, mentre quando l'argomento è la conoscenza del mondo e dei suoi nobili meccanismi si eleva la scienza a nuova dea e svavillante faro dell'umanità, quando essa offre risposte solamente alla domanda "come?" e non a "perchè?"? Quando una persona chiede la natura di una determinata forza, come per esempio la forza di gravità, e le si risponde con una formula matematica, e dandole magari pure la definizione di "forza", codesta spiegazione, per quanto accurata e brillante, pecca gravemente di realtà, perdiana.

Nell'anglofono idioma del Bardo, il buon Guglielmo Scuotilancia, c'è una bella espressione che indica esattamente il problema: "to fall short", che si può tradurre con "fallire", "venir meno", ma che letteralmente sarebbe "cadere corto", ovvero "fermarsi prima". La scienza scaglia la sua freccia, da novella Robin Hood, ma evidentemente o l'arco non flette abbastanza o Robin ha il gomito dell'arciere, perchè la freccia va, va, va, va e va ancora, poi inizia una preoccupante parabola discendente e lemme lemme si smorza a terra senza aver nemmeno percorso metà della sua strada verso il bersaglio.

Per carità d'Iddio, saper descrivere come un evento, una forza o vattelapesca, si manifesta e si compie è cosa buona e giusta ed un buon passo iniziale. Ma iniziale. Dopodiché bisognerebbe interrogarsi sulla natura vera e propria di quel fenomeno. L'abbiamo osservato, l'abbiamo misurato, l'abbiamo descritto: ora capiamolo. Cioè: ora spieghiamolo. Cioè: ora rispondiamo alla domanda "perchè?". Cioè: ora capiamo cosa realmente è.

Cos'è il Sole, cos'è una forza, cos'è l'energia, cosa sono gli occhi... Cosa, cosa, cosa. Perchè, perchè, perchè.