25 aprile 2013

Ve la buco, quella testa!

Ci sono in giro tante cazzate sulla spiritualità. Ma tante. Per fare un po' di pulizia, vi consiglio caldamente di ascoltare quest'uomo, Rocco Bruno. Spero che proviate come una martellata alla mente che distrugga le vostre certezze e che vi lasci in confusione. Ho messo la prima conferenza, che fa da base, e poi una che mi è piaciuta particolarmente, la sesta, ma sono 30 e più e non le ho viste tutte. Oggi mica è la festa della liberazione? E liberatevi! Buona visione e, soprattutto, comprensione.



(Qui c'è la playlist delle conferenze, mentre questo è il suo canale Youtube)

P.S.: nell'ascoltarlo la prima volta ormai quasi una settimana fa, ho vissuto un'esperienza simile a quella che ebbi l'anno scorso, di espansione della consapevolezza. Allora, però, non avevo capito cosa mi era successo, mentre ora sì e ho qualche mezzo in più per restare in quello stato paradisiaco e non ripiombare in toto negli "inferi".

19 aprile 2013

Il lavoro nobilita 'sto cazzo

Ieri ho visto un pezzetto di Servizio Pubblico che mi ha fatto riflettere sul lavoro. Eccolo qui, sono un paio di minuti, fino all'intervista a quel simpaticone di Marini.



Quelle persone di fronte a Palazzo Chigi reclamano a gran voce il lavoro per poter vivere e poter avere una dignità, per potersela riprendere da questa massa di inetti doppiogiochisti prezzolati. Tesi condivisibile, almeno a prima vista. Se ci fermiamo un attimo, però, possiamo renderci conto di quanto queste proteste facciano godere come maiali in calore i signori e le signore nella stanza dei bottoni, e non mi riferisco alle mezzeseghe di politicanti da strapazzo, mafiosi e troie che ci ritroviamo sul groppone pagati a peso d'oro.

"Il lavoro nobilita l'uomo". Frase classica della retorica. "Il lavoro dà dignità". Vero, ma non il lavoro come lo intendiamo comunemente. Se infatti tu, per vivere, devi lavorare altrimenti schiatti come un cane abbandonato, puoi davvero affermare che quel lavoro ti nobilita? No. Guardiamo un secondo alla realtà delle cose: se tu devi lavorare per vivere, sei uno schiavo. Punto. Nè più nè meno degli schiavi dell'antichità (neanche tanto antica) o degli schiavi neri in America. Se vuoi vivere, fai come ti dico io e servimi: in cambio ti assicuro un minimo di cibo e un minimo di alloggio. Non mi vuoi servire? Allora, se non ti ammazzo io direttamente, ti caccio via di qui e vai morire nei boschi, animale! Erano per caso dei nobilitati, coloro i quali vivevano in quelle condizioni? E allora perchè oggi un lavoratore comune, che lavora perchè se no letteralmente crepa, dovrebbe considerarsi "nobilitato dal lavoro"? Se tu lavori per vivere, sei semplicemente uno schiavo.

Il vero lavoro che nobilita l'uomo è un altro e, ovviamente, non è previsto per la stragrande maggioranza delle persone in questa società, e il motivo è semplice: la nostra vita, che dovrebbe essere naturale, data, ovvia e intoccabile, ci viene sottratta pochi istanti dopo essere nati e noi ce la dobbiamo guadagnare costantemente per tutta la nostra esistenza qui. Se, infatti, io potessi tranquillamente continuare a vivere (e con "vivere" intendo proprio "vivere biologicamente", cioè avere un cuore che batte, un cervello funzionante eccetera) senza fare nulla ma, nonostante questo livello minimo di sussistenza garantita, decidessi comunque di dedicare parte del mio tempo ad attività che vadano a offrire un servizio agli altri, allora e solo allora potrò dirmi "nobilitato dal lavoro". La mia vita non dipende dal lavoro, ma ho voglia di aiutare gli altri in qualche modo e, invece di stare in uno stanzino a martellarmi di seghe, o di piazzarmi sul divano 24 ore a guardare la tv, scelgo di svolgere un'attività che dia un contributo alla società. Questo è un lavoro che dà dignità, perchè io potrei benissimo vivere senza fare nulla fino al momento della mia morte naturale, e invece scelgo di fare qualcosa come lavoro, non perchè la mia sopravvivenza dipende da questo, ma per contribuire allo sviluppo della società e al miglioramento della vita dei miei simili.

Capite cosa intendo con "la vita ci viene sottratta un attimo dopo essere nati"? Vedetela come volete: religiosamente, scientificamente, naturalmente, come vi pare. Date alla vostra esistenza qui la spiegazione nei termini che più vi aggradano, ma alla fine converrete con me che la vita dovrebbe essere ovvia (ed effettivamente lo è). Voglio dire, io non nasco qui perchè ho stipulato un contratto che mi vincola a farmi il culo 10 ore al giorno per sopravvivere: io vivo di mio, non devo essere costretto a lavorare per poter vivere. E' da pazzi, porca puttana! Non ha senso! Eppure abbiamo UN INTERO MONDO (e qui, guardate... Perchè è un piano malefico portato avanti da secoli, ormai, da gente bacata, ma ci sarebbe da fare un applauso per la minuziosità nella sua realizzazione e nella sua applicazione. E' straordinario, fermatevi un attimo a pensarci...), dicevo che abbiamo un intero mondo che si basa acriticamente su quest'assurdità.

Qui è proprio un problema di pensiero, non è il signoraggio, la sovranità monetaria, non è nulla di tutto questo. Al confronto, la sovranità monetaria è una bazzecola, una roba da niente. E' proprio il pensiero del lavoro ad essere totalmente sbagliato. Io non voglio dover lavorare per vivere! Io vivo già di mio! La vita non è una cosa che devo guadagnarmi ogni giorno! Ma cazzo, è così difficile da capire?! La metto giù nei termini che sono più congeniali a me, religioso-natuali: Dio, l'Eterno, il Presente, Noi, vattelapesca, ci ha fatto dono della possibilità di vivere, senza chiedere in cambio nulla, incondizionatamente (qualcuno lo chiama, infatti, "amore incondizionato"). Vai e vivi. Basta, semplice. Ma no, così è troppo bello. Aspetta: e se io questo dono incondizionato lo facessi diventare condizionato? Se per la vita chiedessi in cambio qualcosa? Il lavoro, magari... "Lavorare per vivere"... E se poi convincessi tutti della realtà di questa sciocchezza? Se tutti si dimenticassero che la vita è stata data noi naturalmente, senza lotte nè guerre per poterla perpetuare? E allora giù con il denaro, questo strumento artificiale attraverso il quale paghiamo per avere qualcosa che è già nostro. Se poi questo denaro lo rendiamo privato cosicchè chi lo prende si indebita pure, lo inculiamo due volte senza vaselina.

E quelle persone che nel video protestano non si rendono conto di stare supplicando i capi abusivi della baracca di portare avanti questa doppia inculata, hanno talmente subìto il lavaggio del cervello da pregare e supplicare in lacrime di continuare a essere schiavi. "Fateci lavorare per vivere e per potere, tramite il frutto del nostro lavoro, indebitare di più tutti gli altri e renderli/renderci ancora più schiavi!". Masochismo puro, che fa godere come porci i padroni, impegnati in orgasmi multipli alla vista di siffatte immagini e all'ascolto di siffatte parole.

Qua non è il signoraggio il problema: riprendiamoci pure la sovranità monetaria, ma continueremo a dover lavorare per vivere. Non ci toglieremo il cappio dal collo: lo allargheremo solo un po'. Il guinzaglio sarà sempre lì, ma solo un pelo più lungo. Riprendiamocela, non sono contrario, ma non è la soluzione, è solo una tappa di un percorso. SONO I SOLDI IL PROBLEMA, E' IL CONCETTO STESSO DEL DENARO CHE VA CANCELLATO DALLE NOSTRE TESTE, porca di quella troia! Perchè cazzo devo pagare per vivere??!!?!? Ma siamo matti?!
Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo. (Morpheus) 
Ditemi se non è vero.

14 aprile 2013

Ce l’hai di fronte agli occhi e non lo vedi

Qualche tempo fa ho avuto una delle mie ispirazioni, di quelle che vengono dal nulla (ma proprio dal nulla) e devo mettere giù scritte in fretta, prima che svaniscano e nel nulla ritornino, lasciandomi cambiato e diverso. Purtroppo, per vari motivi, non sono riuscito a scrivere proprio tutto sotto l’effetto di quell’ispirazione e ho lasciato l’articolo semi-incompleto, senza una vera fine. Colpa mia. Comunque un discreto concatenarsi di parole in frasi di senso più o meno compiuto sono riuscito a buttarlo giù. Si parla di vita, universo e realtà. Era da un po’ che non tornavo su argomenti del genere… Cominciavo quasi a preoccuparmi ;) Spero vi piaccia!

Noi viviamo nel passato. Sempre, costantemente, in ogni singolo istante. Sì, anche ora che state leggendo queste parole. Ma non perché la mente naviga aggrappandosi strenuamente ai ricordi, no: questo è troppo ovvio e secondario. Viviamo nel passato perché quello che percepiamo è il passato. In questo momento voi state letteralmente guardando il passato: la luce è lenta e impiega del tempo per arrivare al vostro occhio, il quale a sua volta impiega del tempo per elaborarla e mandare un segnale elettrico al cervello, che a sua volta impiega del tempo per interpretarla. Parliamo di frazioni di secondo, è vero, ma è un lasso di tempo infinitamente lungo. Non solo vediamo, sentiamo, tocchiamo nel passato: ci viviamo. Siamo in ritardo di un nanosecondo rispetto alla realtà, e manco ce ne accorgiamo.

Morpheus, in Matrix, diceva: "Che vuol dire 'reale'? Dammi una definizione di 'reale'. Se ti riferisci a ciò che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare, vedere, quel 'reale' sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello". E se la realtà è un insieme di impulsi elettrici interpretati, da dove vengono questi impulsi? Come fanno a esistere? Anche loro sono in ritardo, anche loro sono nel passato, come noi, perché la luce è lenta, non è immediata, istantanea: ha una velocità e quindi ne consegue che ha anche un tempo. Ma come fanno a esistere? Nascono nel presente ma diventano esperibili un attimo dopo. Noi stessi nasciamo nel presente ma non ci percepiamo prima di una frazione di secondo.

Il fatto è che noi non vediamo la creazione ma il creato: non vediamo il produttore ma il prodotto: non vediamo il presente ma il passato: non vediamo l'atemporalità e l'aspazialità ma il tempo e lo spazio. Lo sapete che il Big Bang sta avvenendo in questo esatto momento? È perchè non abbiamo un telescopio abbastanza potente che non riusciamo a vederlo, ma se potessimo osservare a miliardi di anni luce di distanza potremmo tranquillamente contemplarlo con i nostri occhi qui, adesso.

Stessa cosa per tutto il resto, che altro non è se non il prodotto figlio di un infinito attimo, un eterno presente, l'unico e solo momento davvero reale. Tutto il resto è un'illusione, se paragonato a questo. Il fatto che ora io stia pensando di premere un tasto per porre un segno nero digitale su uno schermo è il prodotto di un attimo che non c'è già più. La mia percezione di me stesso è in ritardo, io sono in ritardo, non vivo nel presente perché altrimenti capirei di non esistere in quanto individuo e individualizzato ma come Uno solo infinito creatore. E capirei che tutto l'universo altro non è che una mia creazione, a partire dal tempo e dallo spazio, e che in ogni istante di questa cosa chiamata "tempo" l'universo nasce e muore in ogni punto di questa cosa chiamata "spazio".

Molti si chiedono cosa ci fosse prima del Big Bang e si scervellano come pazzi da manicomio per cercare la risposta, non capendo che l'inconveniente sta nella domanda stessa e, più precisamente, risiede in quel "prima". In questo modo, si sottintende che ci sia effettivamente stato un "prima", ma non è così: il tempo, e ovviamente lo spazio, sono nati insieme al Big Bang.

Gesù disse: "Chi è arrivato a conoscere il mondo ha scoperto un cadavere, e chi ha scoperto un cadavere è al di sopra del mondo." Ed è così. Il mondo è un cadavere, perchè nel momento stesso in cui ne facciamo esperienza è già stato distrutto e ri-creato, è già morto e nato nuovo sotto i nostri occhi distratti. E chi lo ha ri-creato? Noi. L'attimo infinitesimale di cui facciamo esperienza è stato realizzato un attimo infinitesimale prima da noi, intesi non nell'accezione di individui ma di infinito Essere, Uno, e tutto ciò di cui in ogni infinitesimo attimo facciamo esperienza (a partire da noi stessi come individualità) è una nostra idea, una nostra creazione che si manifesta, siamo noi stessi come Uno che ci manifestiamo in ogni essere, in ogni cosa.

Per questo Gesù disse, anticipando di secoli quella che noi conosciamo come Legge dell'Attrazione: " Per questo vi dico: tutto quello che domandate pregando, credete come se già lo aveste ottenuto, e così si compirà." Ogni attimo successivo è figlio del precedente ed entrambi nascono nel presente. L’intero concetto di “tempo” e “spazio” nascono in questo eterno ed infinito istante. Il concetto stesso del “sè”, l’esperienza dell’individualità, con tutto quello che ne consegue, sorge proprio lì. La realtà, ad esempio, è che le cose che fai… in realtà non le fai realmente tu come individuo: ti accadono. Sono già state fatte e tu le stai semplicemente vivendo. L’intera vita non si “fa”: si vive, punto. Ma chi ha fatto le cose che viviamo? Tu. Io. Loro. Non importa, nel Presente non c’è differenza.

In quel punto, in quel momento, non c’è separazione. Non c’è nulla, in effetti, e c’è tutto allo stesso tempo. La vita che noi conosciamo qui , sia nell’ambito macro degli anni che in quello micro dei momenti, è una delle letteralmente infinite possibilità già esistenti nel Presente. Ed è così in ogni attimo.

Ciò che mi crea diversi stati d’animo misti tra tristezza e compassione è l’infondata saccenza di questa società. Specialmente tramite la scienza, crediamo di avere capito come funzioni, in parte, l’universo intorno a noi, ne abbiamo individuato alcune cosiddette “leggi fondamentali” e abbiamo dato al tutto un certo grado di determinismo. La realtà è che non abbiamo la minima idea di come vada la baracca. Esempio: la legge di gravitazione universale. Tramite siffatta legge riusciamo a spiegare perchè, ad esempio, i nostri corpi non fluttuino nella stratosfera, ma siano invece belli che ancorati al suolo. Ma ovviamente vale per qualsiasi cosa. Bene, bellissimo, tutto perfetto, ma io avrei una domanda: da dove viene questa legge? Come può esistere? Cosa la rende reale? “Le masse dei corpi, la loro distanza reciproca, la costante di gravità”… No no no, ok questo lo so anch’io dai corsi di fisica generale. La mia domanda è un’altra: come fa ad esistere? Cosa la origina? Anche la “massa”… da dove viene? Qual è la fonte?

E’ questo il problema: osserviamo ciò di cui facciamo esperienza (il creato), lo spieghiamo e pensiamo di aver capito tutto (il creatore), ma non è così. Spieghiamo i colori e le forme dell’immagine proiettata di fronte a noi senza tenere in considerazione il proiettore alle nostre spalle. Capiamo l’estetica ma non l’essenza; osserviamo il fiume ma ignoriamo la sorgente. Abbiamo dimenticato che sotto ogni oggetto, ogni fenomeno, ogni essere, ogni esperienza, si nasconde l’eterno, il Presente che tutto rende possibile. Gli antichi spiegavano i fulmini come provenienti da Dio. Beh, spiegavano più o meno tutto come proveniente da Dio… Noi diamo loro degli ignoranti presumendo di saperne di più, ma non è così. In termini assoluti, loro erano nel giusto, se con Dio indichiamo il Presente; noi, invece, siamo nel giusto in termini relativi, nel senso che cerchiamo di capire la manifestazione di questo universo, sorvolando completamente su ciò che la rende possibile.

Dando il mondo per scontato, poi, ci azzuffiamo come dei cretini su temi di assoluta irrilevanza come l’economia e la politica, facendo degenerare le nostre vite intorno a discussioni su un sistema falso, ignorante nel profondo e morto che più morto non si può.

-----------------------------------------

P.S.: dopo aver finito la rilettura e correzione del testo che, ripeto, avevo scritto qualche settimana fa, “casualmente” (è sempre così…) mi sono ritrovato davanti agli occhi una storiella zen che in dieci righe riassume in maniera incredibilmente perfetta quanto ho esposto qui sopra. Non appena ho finito di leggerla, la sua perfezione mi ha quasi commosso e non potevo non riportarla qui. Ditemi se non è esattamente la versione bignami del mio post.

Un monaco curioso chiese: “Cos’è la Via?”.
“E’ proprio di fronte ai tuoi occhi!” Rispose il maestro.
“Perché non riesco a vederla da me?”.
“Perché stai pensando a te!”.
“E tu? La puoi vedere?” Chiese ancora il monaco.
“Finché tu vedi doppio, e dici – io non vedo e tu vedi – e così via,
i tuoi occhi restano annebbiati”
Rispose il maestro.
“Quando non c’è né io né tu, posso vederla?” Insistette l’allievo.
“Quando non c’è né io né tu, chi è che vuole vederla?”

09 aprile 2013

Giacinto Auriti e la sovranità monetaria. Europarlamentare scrive a Draghi

(tratto da StampaLibera.com)




Aggiungo qui sotto una notizia di questi giorni, sempre presa da StampaLibera.


Proprietà dell'Euro: parlamentare europeo scrive a Draghi
Questo articolo, arrivandoci da facebook, era stato messo in spam da facebook stesso:
solitacensuradifacebook
Fonte: http://rapportoaureo.wordpress.com/2013/04/10/proprieta-delleuro-parlamentare-europeo-scrive-a-draghi/
di Francesco Filini – 10 Aprile 2013
Non avendo ottenuto una risposta esauriente dal Commissario Europeo Olli Rehn, nonostante le due interrogazioni che trovate qui e qui, il Parlamentare Europeo Marco Scurria decide di scrivere direttamente al Governatore della Banca Centrale Europea per cercare di sciogliere definitivamente il problema della proprietà dell’euro all’atto dell’emissione.
Credo che sia davvero assurdo che non si riesca a dare una risposta ad una domanda così importante, qui non c’entrano nulla teorie economiche, complotti, sistemi monetari, ecc…, qui si tratta di diritto. E’ una questione giuridica che va risolta definitivamente. Perché tutto ciò che non è codificato dalle leggi è per definizione fuori legge.
C’è bisogno di persone che facciano conoscere questa tematica, che arrivi anche ad altri politici di qualsiasi schieramento, il Rapporto Aureo chiede quindi di diffondere il più possibile gli atti giuridici prodotti dalle interrogazioni e dalle risposte delle stesse. Non lasciamo solo il Parlamentare Europeo che con coraggio insiste su questo tema! Chiunque può far sentire a Scurria il proprio sostegno, la pagina dei contatti del suo sito si trova qui.
Pubblichiamo di seguito la lettera inviata al Governatore della BCE, buona lettura.

Egregio Governatore,
sono costretto a rivolgermi a Lei per trovare una risposta definitiva ad una domanda che centinaia di persone, singolarmente o attraverso associazioni, in Italia e in Europa mi stanno ponendo. Purtroppo il commissario europeo per gli affari economici e monetari, Olli Illmari Rehn, non ha saputo dare una risposta efficace alle interrogazioni parlamentari poste dal sottoscritto, che le allego, sulla natura giuridica della nostra moneta unica. Infatti non è ancora chiaro il motivo per cui la Banca Centrale Europea risulta, di fatto, proprietaria dell’Euro all’atto della sua emissione, nonostante nessun trattato internazionale attribuisca la proprietà giuridica del mezzo monetario all’Istituto da Lei presieduto.
Sappiamo benissimo che la moneta, come ogni bene mobile, deve necessariamente avere un suo proprietario sin dal momento in cui viene creata. Non risulta chiaro il motivo per il quale la Banca Centrale Europea, a cui spetta, secondo quanto stabilito dall’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, il diritto esclusivo di emettere moneta, ovvero autorizzare le Banche Centrali Nazionali ad emettere il mezzo di scambio, si appropri di quest’ultimo senza alcuna copertura legislativa. Non a caso le banconote a corso legale che circolano nell’Unione riportano la sigla della BCE e, quelle di recente emissione, la Sua firma come Governatore.
Sappiamo bene che i valori monetari creati, anche di recente con la manovra da Lei voluta per dare una risposta alla crisi che va sotto il nome di Long Term Refinancing Operation (LTRO), acquisiscono valore soltanto nella fase della circolazione o meglio nel momento in cui avviene l’addebito al nuovo proprietario. Sono quindi gli accettatori a dare valore al mezzo di scambio e la logica vorrebbe che questi ultimi fossero i legittimi proprietari. Ma non intendo con questa missiva entrare in questioni che attengono alla politica, così come non intendo mettere in discussione in questa sede l’indipendenza delle Banche Centrali.
Vorrei soltanto che il Governatore della BCE possa dare una risposta ai cittadini europei che come me non riescono a comprendere, quale sia il fondamento giuridico che attribuisce la proprietà dell’Euro all’Eurosistema all’atto della sua emissione.
La crisi incombe spietata sulle spalle dei popoli, le tensioni sociali aumentano di pari passo con la povertà e la miseria. Sono certo che Lei vorrà chiarire una volta per tutte questo dilemma che serve davvero a difendere la moneta unica e a dare all’Euro la credibilità che ultimamente, soprattutto in alcuni Paesi membri, sembra un po’ appannata.
Cordialmente,
Marco Scurria

01 aprile 2013

Cambiamento di servizio del blog

Niente di particolare, in verità, almeno per voi. Ho cambiato l'account con cui scrivo nel blog. Difatti se guardate il profilo vedrete che risulta registrato da oggi, 1 aprile 2013, e non più dal 2006. Noterete anche che è cambiato l'indirizzo email per scrivermi: ora è infoliberaevera@gmail.com, che ha molto più senso rispetto al precedente. In linea teorica non dovrebbero esserci problemi per il blog, specialmente per tutte le immagini caricate, che dovrebbero risultare tutte visibili. Ho dato un'occhiata di massima e sembra andare tutto bene, ma se doveste trovare qualche cosa che non funziona, tipo link mancanti o immagini che non si vedono, fatemelo sapere nei commenti o via mail.
Grazie e buona Pasqua/Pasquetta!