16 luglio 2010

I giochi dell'ego

Ok, miei cari cercatori di informazione, avrei una notiziuola: me ne vado in vacanza per un paio di settimane, in modo da staccare un po' la spina e provare a riordinare un minimo le idee. Nel frattempo, però, mica vi lascio soli e impauriti nei meandri della rete (come se fossi io a guidarvi... me la canto e me la suono). Grazie alla "pubblicazione pianificata" dei post di Blogger, vi terrò comunque compagnia con qualche articolo di crescita interiore del maestro Osho.
Poi, più in là, pubblicherò una sorta di piccola "saga" di post inerenti ad un'altra saga, questa volta cinematografica, della quale non rivelo il nome per lasciare la sorpresa.
Non mi resta che augurarvi buone vacanze, buona estate e vi lascio con il primo articolo su Osho e le sue parole.

P.S: le immagini che vedrete nei post le ho aggiunte io ;-)


(tratto da Osho.com)

I giochi dell'ego      

L'ego vuole sempre isolarsi, perché quando sei solo, rimane solamente l'ego – che ora diventa tutto il mondo. Non c'è nessuno che possa lottare con l'ego; non c'è nessuno che ti possa umiliare; non c'è nessuno con cui paragonarsi. Diventi ai tuoi occhi ciò che c’è di meglio. Puoi credere nell'ego in modo assoluto; non ci saranno distrazioni.

Io sono contro l'isolamento. Devi dissolvere l'ego, non isolarlo. Non devi diventare un'isola, indipendente, separata dal tutto: devi diventare parte di un continente, una sola cosa con esso. Come puoi essere tutt'uno con la realtà se sei isolato? La realtà richiede partecipazione, non isolamento. Ecco perché il samadhi più grande accade nell'amore, non nell'isolamento. E lo Yoga più grande è amore, perché in amore devi dissolverti, in amore devi morire, scioglierti, fonderti.

Io insegno amore, non isolamento. L'isolamento è il modo di fare del mondo, non quello della religione. Ma può accadere che, dopo aver cercato la ricchezza, il potere politico, il possesso, diventi frustrato. Allora vai sull'Himalaya - rinunci al mondo. Non rinunci all'ego, rinunci al mondo. Io ti insegno a rinunciare all'ego, non a rinunciare al mondo.



L'ego è un fenomeno molto sottile; se non cerchi il potere politico, cerchi il potere religioso. Lo chiami Kundalini, ma è sempre potere. È ancora qualcosa che ti rende separato, unico, indipendente, un'isola.

Se la tua religione è una ricerca del potere, l'isolamento è necessario. Ma la religione non è una ricerca del potere, è una ricerca del silenzio. È una ricerca della pace, della povertà interiore, ciò che Gesù chiama povertà in spirito. È una ricerca dell’essere, e in questo essere non c'è più differenza con il non-essere. Non-essere diventa il tuo essere. Questo non è possibile tramite l'indipendenza, è possibile solo se realizzi l'interdipendenza.

Occorre ricordare queste tre parole: dipendenza, indipendenza, e interdipendenza. Tu sei dipendente e cerchi l'indipendenza; io insegno l'interdipendenza. Sei dipendente, perché in ogni situazione, dovunque ti trovi, ci saranno dei limiti. Se ami qualcuno, diventerai dipendente da lui o lei. La vita provoca dipendenza in ogni situazione. Nasce allora l'idea che, se nel mondo non puoi essere indipendente, devi fuggire dal mondo. Puoi farlo, ma non sarai mai indipendente: potrai solo illuderti. Persino sull'Himalaya non sei indipendente - dipendi ancora dal sole. Se il sole non sorgesse, moriresti subito. Sei dipendente dall'ossigeno nell'aria: se scomparisse, moriresti. Sei dipendente dall'acqua; sei dipendente da mille cose.

La dipendenza va compresa, non evitata. Se la comprendi, vedrai subito come, nascosta alle sue spalle, c'è l'interdipendenza. La dipendenza è un'interpretazione erronea. Chi sa, sa anche che non solo tu sei dipendente dal sole ma anche il sole dipende da te. Il sole non può sopravvivere senza di te, proprio come tu non puoi sopravvivere senza il sole. L'esistenza sentirà la mancanza anche di un sottile filo d'erba; senza di esso, non sarebbe completa. Si creerebbe un vuoto, mancherebbe qualcosa.

Quindi non pensare che le stelle siano enormi e un filo d'erba minuscolo. Nell'esistenza, nulla è grande e nulla è piccolo, perché l'esistenza è una. Questo è ciò che si intende con ecologia: interdipendenza. E l'ecologia non si riferisce solo alla terra, ma al tutto. L'ecologia è un fenomeno spirituale.

Stai fraintendendo: interpreti l'interdipendenza come dipendenza. È una nozione sbagliata e, a causa di questa nozione, nasce il desiderio di essere indipendenti. Da un errore ne nasce un altro. Non puoi essere indipendente, e se qualcuno ti insegna l'indipendenza - ci sono persone che lo fanno - ti sta solo insegnando una pura idiozia. Sei parte del tutto, sei tutt'uno con esso, sei un'onda nell'oceano. L'onda non può essere indipendente. Come puoi separare un'onda dall'oceano? E io ti dico che non puoi nemmeno separare l'oceano dall'onda. Senza le onde, anche l'oceano scomparirebbe. Le onde non possono sopravvivere senza l'oceano e l'oceano senza le onde, perché le onde non sono altro che l'oceano che 'ondeggia’.

La separazione sorge per via del linguaggio parlato. Parli di onde e di oceano, ma in realtà non ci sono onde e oceano; è un unico fenomeno, l'oceano che 'ondeggia’. Le onde non sono oggetti: sono un processo, un movimento, il respirare dell'oceano. Tu e il tuo respiro non siete due cose separate; tu sei il respiro e il respiro sei tu. Respiri e il respiro respira in te: siete inseparabili. La vita è una. Interdipendenza è un nome per questa unità. Dio è un altro nome. Amore è ancora un altro nome, migliore di Dio, perché Dio è stato distrutto dai teologi. Amore è ancora una parola pura, vergine.

Quindi la prima cosa da comprendere è che io non insegno l'isolamento, perché non insegno l'ego. I tuoi cosiddetti maestri di Yoga sono tutti egoisti, in varia misura. Non diventare anche tu parte di questo fenomeno. Non insegno l'isolamento, perché voglio che abbandoni l'ego, non il mondo. Il mondo non è un problema; il mondo è splendido, è gioia purissima; non c'è nulla di sbagliato in esso. C'è qualcosa di sbagliato in te, non nel mondo. Lascia cadere ciò che è sbagliato in te, ma non rinunciare al mondo. Io ti insegno a celebrare il mondo, non a rinunciarvi. Io affermo la vita, e la affermo in modo incondizionato. E io ti dico che quelli che ti hanno detto di rinunciare sono avvelenatori - ti hanno insegnato una cosa assolutamente sbagliata.

Tu sei il maya!Se devi abbandonare qualcosa, abbandona te stesso. Se vuoi rinunciare a qualcosa, rinuncia a te stesso. E l’unico modo, l’unico modo di rinunciare a se stessi è quello di celebrare.

Quando sei felice, non ci sei; quando sei triste, ci sei; quando sei depresso, ci sei; quando sei colmo di gioia, non ci sei. Nell’estasi scompari. Nella tristezza, riappari. Osserva: quando ridi, non ci sei. Quando ridi di cuore, non ci sei. La risata arriva da un luogo sconosciuto. Non sei tu a ridere: quando c’è la risata, tu non ci sei.

Danza! Quando la danza s'impossessa di te, quando c’è veramente, il danzatore non c’è più. Il danzatore è scomparso; non esiste più. La danza è così straordinariamente reale che ciò che è irreale deve scomparire di fronte a essa. Ciò che è irreale non può affrontare il reale; la bugia non può affrontare la realtà; l’oscurità non può incontrare la luce. Quando il reale appare – e il reale esiste quando sei parte del tutto, nella risata, nella danza, nell’amore – quando sei parte del tutto, c’è il reale. Quando sei separato, sei maya. Quando sei una sola cosa col tutto, sei il divino.

Quando sei da solo, nasce un tipo falso di ‘religiosità’. Quando sei da solo, non c’è nessuno che possa provocare la tua rabbia, nessuno per creare l’occasione per farti diventare triste; nessuno per mostrarti le tue facce false. Sei da solo: non sorge la rabbia. Non che sia scomparsa – ma la situazione perché nasca non c’è. Sei colmo di rabbia, ma non c’è nessuno per insultarti, per ferirti. Manca solo l’occasione. Ma ritorna nel mondo – vivi per cinquant’anni nell’Himalaya e, quando torni nel mondo, scopri subito che la rabbia è ancora lì, più fresca che mai; magari ancora più potente adesso, per via di quei cinquant’anni in cui hai accumulato rabbia, in cui hai accumulato veleno. Per questo hai paura di tornare nel mondo.

Vai sull’Himalaya: vedrai tante persone che si aggirano da quelle parti. Sono dei vigliacchi, che non possono tornare nel mondo. Ma che purezza è questa, così piena di paura? Che celibato è questo, sempre timoroso? Che realtà è questa, che ha paura del maya, dell’illusione?Che luce è questa, che ha paura dell’oscurità, che ha paura di entrare nell’oscurità perché potrebbe essere sopraffatta e distrutta? È forse mai accaduto che l’oscurità abbia distrutto la luce?

Anche meditare ventiquattr’ore al giorno non potrà esserti di alcun aiuto, a meno che la meditazione non diventi non una cosa che ‘fai’ ma un modo di vita. Se mediti un’ora o due o tre o sei… Puoi meditare ventiquattr’ore al giorno: diventerai matto, e non raggiungerai il samadhi.

Il samadhi accade quando ti dimentichi completamente di cosa sia la meditazione. Non mediti, ma vivi in modo meditativo. Il modo in cui parli, cammini, mangi diventa meditativo. La meditazione diventa una qualità della tua vita; la quantità non è il punto. Non preoccuparti della quantità, non pensare che se mediti di più, ti accadrà più meditazione… è stupido. Il punto non è meditare di più – è la qualità, non la quantità.

La meditazione non è come il denaro che continui ad accumulare. La meditazione è un modo di essere: non l'accumuli, non è una ricchezza. È quello che sei.


La meditazione dovrebbe diventare il clima nel quale sei immerso, l’ambiente nel quale vivi. Dovunque vai, ti porti dietro il tuo clima. Il mio lavoro consiste proprio in questo; ecco perché non ti dico di isolarti, di andare tra le montagne e meditare tutto il giorno. Ciò ti darebbe un’idea sbagliata, l’idea della quantità.

Non potrai mai andare in profondità se non comprendi cos’è la distrazione. Se cerchi di evitare le distrazioni, non potrai andare in profondità perché dovunque andrai, verranno con te – sono dentro di te.

“La maggior parte dei maestri di Yoga insegna che è necessario allontanarsi dal mondo.” Ma non è affatto necessario. Anzi, non solo non è necessario ma è anche dannoso, perché chi è quello che si allontana? In questo ritirarsi dal mondo, l’ego verrà rafforzato. Non ritirarti; invece, sciogliti. Io ti insegno l’opposto: sciogliti.

Se vuoi veramente raggiungere quello spazio bellissimo in cui sei nel mondo ma non appartieni al mondo, devi iniziare proprio in questa maniera: rimanere nel mondo e farcela. Lo so, è difficile. Ecco perché la gente si rifugia nella foresta - sembra essere più semplice. Pensi che chi è sfuggito al mondo sia molto coraggioso? Allora hai un’idea del tutto sbagliata. Sono dei vigliacchi, sono fuggiti perché non ce la facevano, perché non riuscivano a crescere; sono fuggiti perché il mondo era troppo per loro. Però sono riusciti a decorare molto bene questa fuga. Per secoli questi vigliacchi hanno scritto i testi sacri e i commenti a questi testi, perché non avevano altro da fare - e continuano a farlo. Tutta la loro energia viene sprecata nelle parole e finiscono per convincere altri vigliacchi.

Io non ti dico: scappa; quella per me è una parola sporca. Io dico di entrare nel maya del tempio del divino. Entra! Il mondo è il tempio del divino: entra. Scopri tutti i modi in cui puoi entrare nel tempio. Cerca di scoprire il divino in ogni cosa e in ogni luogo, e sarà lì presente, in ogni cosa e in ogni luogo.

Non cercare di fuggire. La fuga, la rinuncia, l’isolamento sono parole sbagliate: non usarle. Non lasciare che facciano parte del tuo vocabolario - cancellale. Trova termini positivi: impegno, gioia, celebrazione, estasi, — e sarai sulla strada giusta.

Realtà e illusione non sono opposti. Divino e mondo non sono opposti. Il divino è nascosto nel mondo e la realtà è nascosta dietro l’apparenza; e anche l’apparenza ha una sua bellezza. Non solo l’anima è bella, ma anche il corpo. Non può essere diversamente, visto che l’anima è celata nel corpo. L’anima trova espressione attraverso il corpo in migliaia di modi diversi.

Il corpo è come vetro. Dietro il vetro c’è la fiamma che sparge i suoi raggi attraverso il vetro. Quando vedi una persona bella, questa è solo un’indicazione che alle sue spalle si nasconde una bellezza sconosciuta. Ecco perché un bel corpo è attraente - è naturale. Ecco perché un bel fiore è attraente. È naturale perché quella è solamente un’indicazione, un invito, verso qualcosa di bello che è nascosto alle sue spalle: vieni, scoprimi. Vieni. Il corpo bello è attraente a causa dell’anima bella: puoi avere un bel corpo se hai un’anima bella. Non è un fatto casuale, una coincidenza.

Più diventi bello dentro, e più bello sarai anche fuori. Se un corpo molto brutto s’impegna sempre di più nella meditazione, vedrai che la bruttezza si trasformerà e, alle sue spalle, verrà espressa una bellezza sempre più grande. Quando il nucleo più profondo diventa bello, la periferia lo segue.

Io affermo la sintesi più grande che puoi raggiungere nel mondo, la sintesi di amore e meditazione. E ti insegno a crescere in entrambe le direzioni. Esplora entrambe le dimensioni: vai dentro verso la meditazione e vai verso l’esterno attraverso l’amore. Vai in profondità dentro te stesso, e vai sempre più lontano verso l’altra sponda, e così non diventerai sbilanciato.

I meditatori che non amano sono sbilanciati. L’interiorità diventa più ricca, ma l’esterno diventa poverissimo. Mi piacerebbe che diventaste più ricchi in entrambe le direzioni: amate e meditate.

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