17 ottobre 2010

Riflessioni su Luttazzi e il plagio

Come forse molti di voi sapranno, da un po’ di tempo a questa parte in Rete si è scatenato un putiferio pazzesco nei confronti di Daniele Luttazzi reo, secondo i suoi accusatori, di aver copiato/plagiato battute di comici stranieri tra cui Bill Hicks, George Carlin, Eddie Izzard, Chris Rock e tanti altri ed averle inserite nei suoi spettacoli senza citarne l’autore.

Luttazzi da parte sua si difende sostenendo che il tutto è alla luce del sole, dato che è dal 2005 che ha lanciato una sorta di gioco chiamato “Caccia al tesoro” rivolto ai fan per scovare le varie “citazioni” da altri comici.

Premetto che non riesco ad odiare Luttazzi: fino a qualche anno fa non mi piaceva (troppo volgare), poi crescendo (e dopo aver visto e apprezzato due mostri sacri come Hicks e Carlin) il mio giudizio è cambiato ed ha iniziato ad entrare nel mio personale cerchio dei comici “non solo comici” che meritano rispetto.

E premetto anche che i suoi spettacoli li ho visti una massimo due volte, quindi non mi ricordo tutte le sue battute.

Ma questa faccenda vuole essere uno spunto per esporre un paio di fatti e verità incontrovertibili. Prima di tutto, cos’è un plagio: è prendere pari pari, sapendo di farlo, un contenuto intellettuale di qualcun altro, meglio se poco o quasi per nulla conosciuto, e riproporlo come proprio e inedito, sfruttando magari l’ignoranza del pubblico, senza citare la fonte o l’autore di suddetto contenuto. Seconda cosa: non si fa, specialmente nel mondo della comicità. Terzo: non è plagio trarre spunto dal lavoro altrui per poi rielaborarlo in modo personale ed evolverlo, adattarlo ad una determinata situazione o contesto. E’ questa, tra l’altro, la base dell’evoluzione umana: prendere il passato e i suoi concetti e rielaborarli, farli progredire, modificarli, adattarli e formarne di nuovi.

Quindi, finchè si prende una battuta o un concetto di un altro comico per poi rielaborarlo e tirarne fuori un discorso nuovo, tecnicamente non è plagio e non si è obbligati a citare la fonte, anche se sarebbe comunque un gesto di umiltà ricordare il gigante del passato al quale si è saliti sulle spalle. Ma fin qua è accettabile: si prende spunto e si crea qualcosa di nuovo. Perfetto.

Il dramma sorge quando non si prende spunto ma si riporta parola per parola, o quasi, un discorso, una battuta, un concetto espresso precedentemente da un altro comico, poco conosciuto dal pubblico ricevente, senza dirne il nome. Esempio:

copiato spudoratamente da George Carlin:

Questo è un plagio bello e buono. La difesa di Luttazzi in queste situazioni è sempre la solita: “lo avevo già detto nel 2005 con la ‘Caccia al tesoro’, non è una novità”.

Al che sorge spontaneamente un quesito: in tutti gli anni precedenti il 2005, Luttazzi non ha mai fatto menzione al grande pubblico (inteso proprio come grande pubblico, non solo i suoi fan) di aver “preso in prestito” battute di altri comici. Come mai questo out out? La risposta che mi è venuta in mente è che, non essendo egli un pirla, ha messo le mani avanti; sapeva che, grazie ad Internet e a siti come ComedySubs, sarebbe stata solo questione di tempo prima che la gente dicesse “Uè, ma ‘sta battuta la dice anche Luttazzi! Ma questo spettacolo è del 1988! Quindi… vuol dire che ha copiato?” ed ha messo lì questa storia della “Caccia al tesoro” con la spiegazione che serve come difesa verso le accuse e le denunce anche legali oltre che intellettuali.

Il che ha senso SOLTANTO quando, come nel finale del monologo a RaiPerUnaNotte, usa concetti non prettamente comici ma più “universali” (anche se in RaiPerUnaNotte ha citato l’autore originale), di grandi filosofi del passato e satirici originali.

Non si applica assolutamente, però, quando si prende una battuta o un intero discorso di qualche minuto da altri comici contemporanei. Vedi questo esempio:

e la versione originale, purtroppo senza sottotitoli:

(se cercate “Eddie Izzard Circle ita” o cose così su Google et similia trovate lo spettacolo intero sottotitolato, che fa morire dal ridere. Oppure c’è una serie di video intitolata “Il meglio (non è) di Luttazzi” che mostra un po’ delle “prese in prestito”, e sono veramente tante, tra le quali quella di cui sopra sottotitolata)

Qui la difesa del “l’avevo detto in tempi non sospetti” non sta in piedi: ha preso un pezzo intero di un altro comico senza dirne il nome. E’ plagio. Punto.

Tra l’altro, in un articolo inerente alla “Caccia al tesoro” sul suo blog, Luttazzi dice:

“ … La cosa col tempo è diventata una strizzatina d'occhio ai fan. Una complicità fra appassionati di comicità, come nel jazz quando Fred Hersch inserisce in una improvvisazione una frase di Monk: chi se ne accorge entra a far parte di un circolo di eletti.”

Già, UNA frase. Non una miriade di pezzi che vanno dalle battute one-line a blocchi interi di 3-4 minuti, per di più in ogni spettacolo (che non è proprio un’improvvisazione…).

Volendo vedere, effettivamente un “richiamo” non esplicitato ai grandi del genere è anche un bel gesto di riconoscimento nei loro confronti e una nota intelligente per i più “attenti”, ma solo quando non è troppo frequente. Una battuta ogni tanto va bene e anche il pubblico più “sveglio” la apprezzerà; una serie bella fitta di questi “richiami” nascosti rende automaticamente il tutto etichettabile come plagio. Anche perchè le citazioni sono di solito brevi, dell’ordine di una o pochissime righe, certamente meno di 2-3 minuti di monologo alla volta. E una citazione, solitamente, è riferita verso un soggetto conosciuto, in modo che il pubblico la possa riconoscere e capirla. Qui c’è la lista delle battute/pezzi di monologo, finora scoperte, prese praticamente pari pari da altri comici. E qui, invece, la lista di Luttazzi stesso di comici e non solo dai quali ha “preso spunto”. Infine, qui c’è la lista ripulita dai non-comici, cioè la lista effettiva delle persone ai cui lavori ha attinto più o meno pesantemente rubandone dei contenuti.

La cosa che mi ha dato molto fastidio è che nel monologo “Adenoidi” del 2003 (quindi prima della pubblica ammissione) ad un certo punto Luttazzi dice proprio che non si copiano battute di altri, vantandosi della paternità di quelle dette da lui (vedi dal minuto 6 di questo video). Questo mi ha fatto girare parecchio i coglioni perchè stimo Luttazzi tuttora, nonostante questo macello, per il lavoro di ricerca che ha svolto e che continua a svolgere, esplicato meravigliosamente nell’ultimo spettacolo, “Decameron”. Ma queste affermazioni, francamente, se le poteva risparmiare.

Insieme alla stronzata del Letterman Show. In pratica, Luttazzi dice di aver scritto una battuta che poi, dopo uno scambio di mail con Bill Scheft del Letterman Show, è stata ripresa qualche giorno dopo da Letterman stesso e adattata al contesto. Scheft ha poi replicato sul suo blog dicendo di non avere mai avuto questo scambio di email, che lui non è l’headwriter dello show (come invece ha scritto Luttazzi), addirittura affermando di non conoscere nemmeno Daniele Luttazzi e che quella battuta Letterman non l’ha neanche detta. Ma anche ammettendo che questo scambio ci sia stato, che la battuta Letterman l’abbia detta, comunque non è plagio, come dice giustamente Luttazzi: è un riadattamento, che non è esattamente quello che fa lui in centinaia di occasioni. Questo mi fa incazzare e rende il nostro eroe un po’ un cialtrone. Colto, coltissimo, ma un po’ cialtrone.

E poi quella dal sito di Repubblica del 2001, relativa allo show televisivo “Satyricon”:

“… Infine, tutte le battute di "Satyricon" sono originali. (Se si sostiene il contrario occorre fare degli esempi precisi, altrimenti mi si devono delle scuse)…”

E il dire “lo faccio perchè voglio smascherare l’ignoranza di chi mi accusa”, riferito ai vari Berlusconi&co, NON può applicarsi alle battute prese da altri comici, ma solo alle citazioni erudite di Quintiliano e altri pensatori del passato. Altrimenti si presenterebbe una situazione del tipo “Oh, non puoi offendere Dio!”, Ma non l’ho fatto io. Le battute sono di George Carlin”, “Ah… Allora ammetti di aver preso battute di altri e averle spacciate per tue”, “Eh ma allora l’ignoranza è tua. TU dovevi sapere che sono di George Carlin” che onestamente non sta nè in cielo nè in terra, come spiegazione. Andrebbe bene, ripeto, per “una volta ogni tanto”, ma qui siamo molto oltre.

Per fare un parallelo, è come la Panda cinese. Un po’ di tempo fa erano uscite delle foto di auto cinesi che erano quasi in tutto e per tutto identiche alla Fiat Panda. E’ chiaramente un plagio, ma ammettiamo di non sapere dell’esistenza della Panda: cosa penseremmo? “Apperò, hai visto ‘sti cinesi che bella macchinina hanno fatto? Piccola, consuma poco, esteticamente non un capolavoro ma passabile, perfetta per la città”. E la colpa sarebbe nostra perchè non sappiamo della Panda? Ok, diciamo di sì: fatto sta che è una copiatura bella e buona. E’ ovvio che poi, quando si viene a sapere, sentendoci presi per il culo, non ci si può aspettare una reazione del tipo “Bravi cinesi! Continuate così!”. L’ignoranza della gente NON E’ un dito dietro il quale nascondersi e pensare di farla franca. E non toglie assolutamente dalla circolazione il fatto in sè: il plagio rimane, solo che non viene riconosciuto.

E poi se avessi voluto vedere Eddie Izzard… sarei andato a vedere Eddie Izzard, che con i suoi pezzi fa più ridere della chiamiamola “reinterpretazione” di Luttazzi.

C’è chi lo difende, poi, dicendo che il suo è un lavoro di traduzione delle battute, e non costituirebbe plagio. Piuttosto patetica come difesa, ad essere sinceri. Quello di ComedySubs è un lavoro di traduzione, non questo. Cosa vuol dire, che se prendo una battuta di Benigni e la spaccio per mia è plagio mentre se ne uso una di Robert Schimmel è traduzione?! Come se il vincolo linguistico fosse un’attenuante. Io so l’inglese, non ho bisogno di traduzioni: quindi per me è plagio.

Allora, secondo questa logica, se io prendessi dei pezzi di 2-3 minuti dai suoi monologhi e altre battute sciolte senza riadattarle, con un bel copia-incolla, andassi in un circolo della Lega Nord a Ponte di Legno, dove le battute di Luttazzi non sono molto conosciute, e le dicessi in dialetto milanese stretto, non si potrebbe considerarlo plagio ma solo traduzione. Ah no beh, giusto…

Visto che sta subendo attacchi da qualsiasi posto su cui lo sguardo riesca a posarsi, ora se la prende con l’anonimato garantito da Internet (che poi non è vero che si è anonimi su Internet, ma tant’è…) che consente a chiunque di dire quello che vuole e, nella fattispecie, di diffamarlo. Primo, non è diffamazione ma solo un’indagine e una richiesta di chiarimenti da parte di gente che magari ha speso anche dei soldi per comprare dei libri per leggere il punto di vista di Luttazzi, per andare agli spettacoli a sentire il punto di vista di Luttazzi e si è beccata inconsapevolmente i punti di vista di 50 persone diverse, tra cui, piccolo piccolo e nascosto, quello di Luttazzi. E questa gente chiede ragionevolmente delle spiegazioni. Poi è ovvio che ci siano in mezzo dei cretini a cui non frega un cazzo: il mondo ne è pieno e ciò si riflette anche in questo ambito come in tutti gli altri, anche e soprattutto fuori dalla Rete. E, dopotutto, bastava non fare il copia-incolla di centinaia di battute altrui per evitare questo macello.
Secondo: l’anonimato è una tutela della libertà di espressione e permette a tutti di esprimere idee che possono risultare scomode ai piani alti della società senza per forza esporsi e mettersi nei guai. (non tutti hanno la possibilità di riempire teatri con qualche migliaio di persone paganti, di vendere libri ed avere programmi in tv…) Se poi qualcuno lo sfrutta per fini malevoli, il problema NON E’ l’anonimato: è chi lo usa per quei fini. Il carro, da che mondo è mondo, sta sempre dietro i buoi.

E sempre nello stesso post di cui sopra, datato 15 ottobre 2010, insiste con la storia del “sono citazioni, non plagi”.

“…si tratta in realtà di citazioni per la Caccia al tesoro, di calchi e di riscritture con variazioni, ammonticchiati alla rinfusa come in un ossario, a impressionare i bimbi: ma non sono plagi;
citazioni nascoste, calchi e riscritture con variazioni sono, infatti, tecniche legittime, che si imparano frequentando i Grandi (Chaplin, Totò, Lenny Bruce, Woody Allen, Plauto, Shakespeare, Moliere, Mozart, Rossini, Puccini, John Zorn, Picasso, Joyce, Nabokov, Beckett, Barth, Barthelme, Pynchon…)…”

Citazioni nascoste? No. Calchi? No. Riscritture? Assolutamente no, se col termine “riscrittura” si intende un adattamento al contesto, un’evoluzione di un concetto espresso da qualcun altro. Assolutamente sì se invece si intende il posizionamento di un foglio scritto in inglese su una scrivania ed accanto ad esso un altro di pari foggia ma completamente bianco, sul quale il soggetto, comodamente appollaiato su una sedia regolabile in pelle con ruote, riscrive con pochissime ed insignificanti variazioni quello che fu stampato nella lingua di Shakespeare da qualche fredda macchina. Una sorta di auto-dettato: “’Keith Richards outlived Jim Fixx, the runner and health nut’… Ok, quindi ‘Keith Richards è sopravvissuto a Jim Fixx, il fanatico americano inventore del jogging’. Sì, così va bene: è una riscrittura con variazioni”.

Ripeto: a me Luttazzi, nonostante il letame che sta venendo a galla, piace e non mi sento di denigrarlo completamente (anche se leggendo questo post può sembrare che lo stia facendo, ma fidatevi: non è mia intenzione), perchè comunque ha avuto il merito di portare la comicità satirica italiana ad un livello più alto della tipica battutina idiota sull’altezza di Brunetta. Però il mio rispetto per lui è piuttosto scemato, perchè chi ruba mi piace un po’ meno di chi non lo fa.

E ora che il tutto è allo scoperto, sono curioso di vedere il materiale dei suoi prossimi spettacoli, perchè ora la minima fallacia verrà immediatamente notata. L’ignoranza sulla quale ha marciato per anni è molto diminuita e non può più permettersi passi falsi. Ma se non “citerà” più, sarà allora una implicita ammissione di avere fatto il furbetto per anni ed essere stato colto con le mani nel sacchetto di merda. In entrambi i casi, ci saranno ulteriori discussioni, utili o meno.

Dai Daniele, la testa per scrivere una comicità distruttiva dello status quo e allo stesso tempo divertente ce l’hai: faccela vedere! Sarò io il primo a sostenerti e a dirti “Bravo! Così si fa!”.

Già in Decameron e a RaiPerUnaNotte ne hai dato un saggio. Continua!

 

 

P.S: rileggendo il post mi è sembrato di interpretare la parte di Fini con Berlusconi: “Sei uno stronzo, padre padrone e losco! Ma ti voto la fiducia”.
Non ho intenzione di tornare sull’argomento, salvo che per svolte clamorose. A dire il vero sono sempre rimasto piuttosto estraneo alla faccenda, ma in questi giorni non sono stato troppo bene e non so se sia stato per via della febbre o del mal di testa che mi è venuta voglia di addentrarmi in questo mondo tempestoso, ma vorrei evitare di rientrarci: pensàtela come cazzo volete, il mondo va avanti lo stesso.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Qui trovi le risposte alle accuse pretestuose accumulate contro Luttazzi su cui hai basato la tua riflessione:

http://anti-diffamazione.blogspot.com/

anna livia ha detto...

Ciao. Qui trovi le risposte alle accuse contro Luttazzi su cui hai basato la tua riflessione:
http://anti-diffamazione.blogspot.com/

Inoltre la tua spiegazione del "perché" è un'insinuazione vergognosa, per giunta fasulla: Comedysubs nasce nel 2008, il post di Luttazzi sulle citazioni da trovare è del 2005.

Mattia ha detto...

Ciao. Grazie per il commento.
Purtroppo le spiegazioni a difesa di Daniele non mi convincono granchè... Voglio dire, giusto per prendere un esempio, quello che ho messo nel post di Eddie Izzard... Non è riscrittura, ricontestualizzazione o altro: è prendere di peso un pezzo di un altro comico e riproporlo praticamente identico.

Per quanto riguarda la spiegazione del perchè, forse mi sono espresso male nel post. So che ComedySubs è nato parecchio dopo il blog di Luttazzi: intendevo dire che Daniele, non essendo un cretino, c'ha visto lungo e sapeva che, prima o poi, sarebbe uscito un sito tipo Comedy, o comunque qualcuno che avrebbe notato la magagna e l'avrebbe diffusa agli altri. Così, ha pensato di mettere le mani avanti con la "caccia al tesoro". (tra l'altro, i ragazzi di ComedySubs si sono trovati presi in mezzo nella questione, ma non l'hanno assolutamente cercata nè alimentata)

Spero di avere chiarito. Mi dispiace, ma la penso così: ho già letto altre volte gli argomenti a sua difesa e non mi hanno mai "rapito", non mi hanno mai convinto. Detto questo, come ho anche scritto nel post, non riesco ad avercela con Daniele: per me rimane un grande e sicuramente ha avuto, e ha ancora, il merito di fare della comicità "seria" e in qualche modo unica, in Italia. Non si può cancellare tutto così...

Grazie ancora per il commento ;-)

Steelo ha detto...

Ciao, ho notato che Daniele Luttazzi sta imperversando in rete con decine di account falsi, con i quali fa "rumore di fondo", commenta a suo favore articoli e post che parlano dei suoi plagi, ed edita a tradimento articoli di Wikipedia per falsificarli a suo favore. Anche molti commenti in sua difesa sul Fatto Quotidiano sono in realtà scritti da lui.

Inoltre, mentre facevo ricerche per capire l'entità dell'azione dei fake di Daniele Luttazzi in giro per Internet, ho scoperto che oltre alle centinaia di battute copiate - metà repertorio! - scoperte dai ragazzi di ComdySubs e NtVox, anche il suo libro d'esordio "101 cose da evitare a un funerale" è un plagio integrale di un articolo di Ed Bluestone (e successivi addenda) apparso sul numero 34 (1973) della rivista umoristica americana National Lampoon.

Steelo

Unus ha detto...

ciao grazie per quello che fai, Daniele Luttazzi è davvero vergognoso, sia per i plagi smaccati su cui ha costruito una intera carriera, sia per il modo in cui cerca di difendersi, con account falsi (come i commentatori qua sopra) e addirittura interi blog falsi (come quelli linkati qua sopra).

In rete ho trovato un tipo che ha scoperto che anche il libro d'esordio di Luttazzi, prima di quelli che raccolgono le battute (copiate) degli spettacoli, cioè "101 cose da evitare a un funerale", è un plagio, dal National Lampoon.

AntiSteelo ha detto...

Steelo, la tua è una COLOSSALE CAZZATA. Il libro di Luttazzi non è affatto "un plagio integrale di un articolo da Bluestone". Basta leggere l'articolo di Bluestone per scoprirlo. Vergognati, ennesimo anonimo che cerca di diffamare Luttazzi sul web.
Le balle di Ntvox sono smontate in dettaglio qui http://goo.gl/b6rb7v . Questo saggio accademico 2014 invece spiega perché quello di Luttazzi non sia "plagio", ma arte: http://goo.gl/bX5OY3

PS: quella sul "rumore di fondo" è una frase scritta in un commento su Luttazzi pubblicato da Giornalettismo un anno fa dall'utente "Nulla questio". "Steelo" dunque è un fake?

Garcia ha detto...

Novità 2015: uno dei responsabili del killeraggio 2015 contro Luttazzi si è pentito e ha confessato: Luttazzi non imbrogliò, furono loro a nascondere parte dei fatti per dargli del disonesto. E' tutto qui: https://goo.gl/ISznUW