22 novembre 2011

Qualche verità non fa mai male

E’ il momento di lasciare parlare un maestro, anche se è un termine che riteneva inadatto, essendo lui di un’umiltà quasi commovente. Di chi sto parlando? Di Mohandas Gandhi (l’appellativo “mahatma”, “grande anima”, non era di suo gradimento), una delle persone più belle dell’ultimo secolo ed inesauribile fonte di ispirazione per tantissimi uomini e donne in tutto il mondo alla ricerca di un po’ di verità vera.

Le citazioni qui sotto sono tratte dal libro “Antiche come le montagne”, che è a sua volta una raccolta di estratti dai vari testi di Mohandas, organizzati in modo da formare un discorso piuttosto continuo e coerente (con ottimi risultati) su vari argomenti, come la religione, le donne, l’educazione e altri. Oggi propongo qualche stralcio dal capitolo “La democrazia e il popolo”. Più in là, così, casualmente, quando mi verrà l’ispirazione, ne metterò altri su argomenti diversi. Perchè, come diceva lui stesso, le sue verità non sono sue: sono antiche come le montagne.

Buona lettura!


gandhi

“Per me il potere politico non è un fine, ma uno dei mezzi per permettere al popolo di migliorare le sue condizioni in ogni settore della vita. Potere politico vuol dire capacità di governare la vita nazionale per mezzo di rappresentanti nazionali. Se la vita nazionale diventa cosi perfetta da governarsi da sé, non occorre più nessuna rappresentanza. Si ha allora uno stato di illuminata anarchia. In un tale stato ciascuno è governante di se stesso e si governa in modo da non molestare mai il vicino. Perciò, nello Stato ideale non vi è potere politico perché non vi è Stato. Ma nella vita, l'ideale non si attua mai pienamente. Donde la classica affermazione di Thoreau, che il miglior governo è quello che governa meno.”

“Il mio concetto di società è che, mentre siamo nati uguali, avendo cioè diritto a uguali occasioni, non abbiamo tutti le stesse capacità. E' impossibile, per la natura stessa delle cose. Per esempio, non tutti possono avere la medesima statura, o colore, o grado d'intelligenza ecc.; perciò, per la stessa natura delle cose, alcuni avranno la capacità di guadagnar di più e altri meno. Gente dotata di talenti otterrà di più, e utilizzerà i suoi talenti a questo scopo. Ma se li utilizza generosamente, agirà per conto dello Stato. Questi individui esistono in quanto fiduciari, e a nessun'altra condizione. Io permetterei a un uomo intelligente di guadagnare di più, non soffocherei il suo talento. Ma la maggior parte dei suoi più lauti guadagni dovrà essere usata per il bene dello Stato, esattamente come le entrate di tutti i figli che guadagnano vanno nel comune fondo familiare. Essi possono tenere per sé i loro guadagni soltanto in qualità di amministratori. Può darsi che io fallisca miseramente. Ma è a questo che io tendo.”

“Sento che fondamentalmente il male è lo stesso in Europa come in India, nonostante che là il popolo sia politicamente autonomo [...] E’ perciò probabile che si possa applicare lo stesso rimedio. Spogliato di ogni mimetizzazione, lo sfruttamento delle masse in Europa è sorretto dalla violenza.
La violenza da parte delle masse non eliminerà mai il male. In ogni modo, l'esperienza finora ha mostrato che il successo della violenza è stato di breve durata. Ha portato maggiore violenza. Finora si sono tentate soltanto variazioni della violenza e controlli artificiali dipendenti soprattutto dalla volontà dei violenti. Al momento cruciale questi controlli naturalmente non hanno funzionato. Mi sembra perciò che prima o poi le masse europee dovranno ricorrere alla non violenza, se vogliono ottenere la liberazione.”

“Perciò, dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola d'oro della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, l'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno.”

“Le divergenze d'opinione non dovrebbero significare ostilità. Se cosi fosse, mia moglie e io dovremmo essere nemici giurati l'uno dell'altro. Non conosco due persone al mondo che non abbiano avuto divergenze d'opinione e, essendo seguace del Gitá [Bhagavad Gitá], ho sempre cercato di considerare coloro che dissentono da me con lo stesso affetto che ho per quelli che mi sono più cari e vicini.”

“Continuerò a confessare gli errori ogni volta che la gente li commetterà. L'unico tiranno che accetto in questo mondo è la « silenziosa piccola voce » dentro di me. E anche se devo affrontare la prospettiva di una minoranza di uno, credo umilmente di avere il coraggio di trovarmi in una minoranza così disperata.”

“Posso dire sinceramente che sono lento nel vedere i difetti dei miei simili, essendone io stesso pieno e avendo perciò bisogno della loro carità. Ho imparato a non giudicare nessuno severamente e a trovare attenuanti ai difetti che posso scoprire.”

“Un capo è inutile quando agisce in contrasto con i suggerimenti della sua coscienza, circondato com'è da gente che ha ogni genere di opinioni. Andrà alla deriva come una nave senz'ancora, se la voce interiore non lo tien saldo e lo guida.”

“Anche il governo più dispotico non può reggersi senza il consenso dei soggetti, e questo consenso è spesso ottenuto dal despota con la forza. Non appena il suddito cessa di temere la forza del despota, il potere di costui scompare.”

“Non vi è coraggio più grande del deciso rifiuto di piegare il ginocchio dinanzi a un potere terreno, per quanto grande esso sia, e questo senza amarezza di spirito e con piena fede che soltanto lo spirito vive, e nient'altro.”

“La libertà esteriore, che conquisteremo, sarà esattamente proporzionale alla libertà interiore alla quale potremo esserci elevati in un dato momento. E se questa visione della libertà è esatta, dobbiamo concentrare la massima energia nel riformarci dal di dentro.”

“La democrazia e la violenza vanno male assieme. Gli Stati, che oggi sono democratici di nome, o devono diventare apertamente totalitari o, se vogliono diventare davvero democratici, devono coraggiosamente diventare nonviolenti. E’ una bestemmia dire che la non violenza può essere praticata solo da individui e mai da nazioni, che sono composte da individui.”

“Dal momento in cui sono diventato un satyagrahi, ho cessato di essere un suddito, ma non ho mai cessato di essere un cittadino. Un cittadino ubbidisce alle leggi volontariamente, mai per forza o per paura della pena prescritta per l'infrazione. Viola la legge quando lo ritiene necessario e accetta con gioia la pena. In tal modo la priva del suo aculeo o dell'ignominia che si suppone essa comporti.”

“La perfetta disubbidienza civile è una ribellione priva di violenza. Un perfetto oppositore civile ignora semplicemente l'autorità dello Stato. Diventa un fuorilegge che afferma di disprezzare qualsiasi legge di uno Stato immorale. Così, per esempio, può rifiutare di pagare le tasse, può rifiutare di riconoscere l'autorità nella sua vita quotidiana. Può rifiutare di ubbidire alla legge sulla violazione di proprietà e pretendere di entrare nelle caserme militari per parlare ai soldati, può rifiutare di sottomettersi a limiti imposti all'uso dei picchetti e organizzare picchetti entro la zona proibita. Così facendo, non impiega mai la forza e non resiste mai alla forza quando è impiegata contro di lui. Infatti, egli si attira l'incarceramento e altre manifestazioni di forza contro di lui. Agisce così perché e quando ritiene che la libertà fisica, di cui gode apparentemente, è un peso intollerabile. Ragiona tra sé che uno Stato tollera la libertà individuale fin dove il cittadino si sottomette alle sue norme. La sottomissione alla legge dello Stato è il prezzo che il cittadino paga con la propria libertà personale. Perciò la sottomissione a una legge di Stato totalmente o in parte ingiusta è un baratto immorale con la libertà. Un cittadino che si rende conto della natura malvagia di uno Stato, non si accontenta di vivere rassegnandovisi; e perciò, a coloro che non condividono la sua opinione, appare nocivo alla società, quando si sforza, senza commettere infrazione morale, di costringere lo Stato ad arrestarlo. Considerata in tal modo, la resistenza civile è la più potente espressione dell'angoscia di un'anima e un'eloquente protesta contro il perdurare di uno Stato malvagio. Non è questa la storia di ogni riforma? I riformatori non hanno forse, con grande scandalo dei loro compagni, rifiutato i simboli innocenti legati a un ordine malvagio?
Quando un gruppo di individui sconfessano lo Stato nel quale sono vissuti fino ad ora, instaurano quasi un loro governo. Dico quasi, perché non arrivano al punto di usare la forza quando lo Stato si oppone loro. La loro « parte », come e di ogni individuo, è di essere imprigionati o fucilati dallo Stato, a meno che questo non riconosca la loro esistenza separata, in altre parole, non si inchini alla loro volontà. Così, nel 1914, tremila indiani del Sud Africa, dopo aver debitamente avvertito il governo del Transvaal, varcarono il confine del Transvaal a dispetto della legge sull'immigrazione e costrinsero il governo ad arrestarli. Ma non riuscendo a provocarli alla violenza o a costringerli alla sottomissione, il governo cedette alle loro richieste. Perciò, un gruppo di oppositori civili è come un esercito soggetto a tutta la disciplina di un soldato, ma più dura perché priva dell'entusiasmo della vita di un comune soldato. E poiché un esercito di resistenza civile è o dovrebbe essere libero dalla passione, perché libero dallo spirito di rappresaglia, esso richiede un numero limitatissimo di soldati. In verità, basta un perfetto resistente civile per vincere la battaglia del bene contro il male.”

“Ciascun movimento valido passa per cinque stadi, l'indifferenza, lo scherno, le ingiurie, la repressione e il rispetto. Per qualche mese abbiamo raccolto indifferenza. Poi il viceré graziosamente si burlò di noi. Le ingiurie, compreso il travisamento, sono state all'ordine del giorno. I governatori provinciali e la stampa contro la non collaborazione hanno accumulato sul movimento tutte le calunnie di cui sono stati capaci. Ora viene la repressione, per il momento in forma ancora discretamente mite. Ogni movimento che sopravvive alla repressione, dura o moderata, invariabilmente ispira il rispetto, che è un altro nome del successo. Se siamo fedeli, questa repressione può essere considerata un segno sicuro di prossima vittoria. Ma, se siamo fedeli, non ci lasceremo intimidire né ci vendicheremo con ira e violenza. La violenza è un suicidio.”

“Il fatto che vi siano ancora tanti uomini vivi nel mondo, mostra che esso si fonda non sulla forza delle armi ma sulla forza della verità e dell'amore. Perciò la prova maggiore e più inattaccabile dell'efficacia di questa forza si trova nel fatto che, nonostante le guerre del mondo, esso continua a vivere.
L'esistenza di migliaia, anzi di decine di migliaia di individui, dipende dall'azione molto intensa di questa forza. Piccoli litigi nella vita quotidiana di milioni di famiglie scompaiono davanti all'esercizio di essa. Centinaia di nazioni vivono in pace. La storia non prende atto, né lo può, di questo fatto. La storia, in realtà, è la testimonianza di ogni interruzione nella costante attività della forza dell'amore o dello spirito. Due fratelli litigano; uno si pente e ravviva l'amore che dormiva in lui; i due ricominciano a vivere in pace; nessuno ne prende atto. Ma se i due fratelli, per l'intervento degli avvocati o per qualche altra ragione, ricorressero alle armi o alla legge che è un'altra forma di manifestazione della forza bruta, le loro vicende sarebbero immediatamente riportate dalla stampa, diventerebbero la favola dei vicini e probabilmente passerebbero alla storia. E quello che vale per le famiglie e per le comunità, vale per le nazioni. Non vi è ragione di credere che vi sia una legge per le famiglie e un'altra per le nazioni. La storia, allora, è la testimonianza di un'interruzione nel corso della natura. La forza dello spirito, essendo naturale, non è registrata nella storia.”

“La mia opera sarà compiuta, se riuscirò a convincere l'umana famiglia che ogni uomo o donna, per quanto fisicamente debole, e il difensore della propria libertà e del rispetto di sé. Questa difesa è valida, anche se tutto il mondo si schierasse contro il singolo resistente.”

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