10 aprile 2015

Come ti inculano con i simboli

Quando iniziai a interessarmi di controinformazione, e quindi di tutti quegli argomenti dei quali non si parlava nel cosiddetto “mainstream” (oggi, invece, le cose sono abbastanza cambiate e alcuni tabù sono svaniti di fronte a trasmissioni televisive di dubbia divulgazione e documentari che lasciano più confusi di prima), non avevo sostanzialmente idea dell’esistenza di un intero “filone di indagine” relativo alle inclinazioni sataniste dell’èlite degli Opachi, come li chiamo io, e di tutto il corollario sul simbolismo satanista del quale sono impregnati film, video musicali, pubblicità in ogni forma e colore, cartoni animati e chi più ne ha più ne metta.

Mh, interessante, pensai. Questi qua mettono i loro simboli ovunque e io voglio scovarli tutti: pentacoli, bafometti, corna, triangoli rovesciati, occhio che tutto vede, piramidi e scappellamentiasinistracomefosseantani. Da stolto bifolco del basso volgo ignorante diventai pian piano un piccolo ricercatore di informazioni, così da rendermi più consapevole di un affare che, comunque sia, stava e sta sotto gli occhi di tutti. In questo modo, pensai, gliela mettiamo nel culo a ‘sti stronzi che prima ti tengono inconsapevole e poi godono nel giocare a fotterti in piena vista.

Controinformatori united, l’avanguardia dello svelamento dei piani e dei metodi elitari, i pionieri della libertà. ‘Staminchia. Adesso vi dico come quei vecchi marpioni degli Opachi traggono vantaggio dalla diffusione della conoscenza del significato di determinati simboli.

Intanto: cos’è un simbolo? Treccani.it:

Qualsiasi elemento (segno, gesto, oggetto, animale, persona) atto a suscitare nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano l’elemento stesso, il quale viene pertanto assunto a evocare in partic. entità astratte, di difficile espressione.

E, sempre la Treccani, ci ricorda l’usanza originale:

Nell’uso degli antichi Greci, mezzo di riconoscimento, di controllo e sim., costituito da ognuna delle due parti ottenute spezzando irregolarmente in due un oggetto (per es., un pezzo di legno), che i discendenti di famiglie diverse conservavano come segno di reciproca amicizia.

Il simbolo è un rimando, un qualcosa che richiama determinate immagini, concetti, sensazioni; è la metà di un messaggio, non la sua interezza. Il messaggio diventa completo quando avviene il richiamo. Se io vedo un cuore, quello, per me, è il simbolo dell’amore ma di per sè non ha un significato intrinseco. Magari, in qualche parte del mondo, ci sono dei tizi che disegnano cuori per mandarsi a cagare l’un l’altro. Il messaggio diventa intero quando io dò, o riconosco, un determinato significato relativo a quel simbolo: il cuore (simbolo oggettivo) significa “amore” (significato soggettivo). Ora il messaggio è completo.

“Richiamare” un’immagine, un concetto, uno stato d’animo o vattelapesca significa indirizzare un po’ di energia da qualche parte. La si prende e la si “plasma”, facendola diventare “qualcos’altro”, da “indeterminata” o “indiscriminata” a “determinata”, “fissa”. Prima ancora di preoccuparci di stare in qualche modo dando energia a quel particolare simbolo, il richiamo “sposta” dell’energia dentro di noi, alterando, ad esempio, il nostro stato d’animo. Esempio clamoroso: la bandiera nera dell’Isis. Se un attimo prima siete lì beati a godervi un simpaticissimo episodio dei Teletubbies, cambiate canale, seguite cinque minuti di Mentana e poi, nel servizio sull’Isis, vi viene mostrata la classica bandiera nera, lo sentite che qualcosa, dentro di voi, cambia? O no?

I colori dei Teletubbies vi richiamavano gioia, tranquillità, spensieratezza (poi, per come parlano e quello che fanno, verrebbe voglia di lanciarli verso il Sole lentamente, piano piano così arrostiscono per bene, ma lasciamo perdere…); i cinque minuti di Mentana vi hanno riportati nel mondo reale (più o meno dai, non stiamo lì a sottilizzare…) e adesso vi hanno sbattuto in faccia il bandierone nero con le parole scritte da un medico di base affetto da Parkinson. Li avete sentiti i movimenti di energia? Forse no, ma sicuramente potete notarne gli effetti: i vostri pensieri sono cambiati, la vostra attenzione si è spostata e, magari, siete pure diventati più nervosi o, perchè no, impauriti.

(Provate a pensare un attimo a quante volte si verifica questo processo in una vostra normalissima giornata… Ma va beh: andiamo avanti)

Ora, se voi non sapeste cosa significa questo simbolo

pentacolo1

ma ve lo inserissero, a un certo punto, nel film che state guardando, cosa accadrebbe? Avremmo un simbolo ma mancherebbe il rimando: voi non avreste l’informazione necessaria poichè non è avvenuto un precedente imprinting che sia andato a fissare, nella vostra mente, un particolare significato. Anzi probabilmente voi, il simbolo, neanche lo notereste.

Questo?

150px-Christian_cross.svg

E questo?

svastica indu

E questo?

caduceo

Tutti vi muovono o, per meglio dire, vi fanno muovere dell’energia e voi potete osservarne alcuni effetti.

Dunque, una volta impressa l’associazione tra “pentacolo rovesciato” e “satanismo”, il gioco è fatto. “Occhio che tutto vede” e “Illuminati”, “Piramide con l’occhio” e “Illuminati”, “Minchia con palle pelose” e “Illuminati”. Aggiungiamoci, poi, che i pensieri lavorano per associazione e la lunghezza della catena di queste associazioni copre centosettanta miliardi di volte la distanza tra la Terra e il centro dell’universo, e capiamo la frittata. Da questo momento è: “pentacolo rovesciato” –> “satanismo” –> “Illuminati”, con tutto il carico ideale associato a questa parola, per cui: “controllo”, “potere”, “dominio”, “schiavitù” eccetera eccetera.

L’ennesimo tranello è bello che servito, siore e siori. Tentando di smascherare alcune pratiche dei cattivoni, si rischia di rimanere impigliati nei loro fili senza nemmeno accorgersene.

Quindi? Beata ignoranza? No, perchè la parte più importante del processo (ovvero, l’attribuzione di significato) la fate voi, non loro. Siete voi a prendere un oggetto di per sè morto e a “renderlo vivo”. E allora prendete dei simboli e date loro il VOSTRO significato, sentito da voi e non imposto dagli altri come verità oggettiva, come se quel determinato simbolo avesse in sè e per sè per forza il significato che qualcun altro gli ha dato. Ad esempio, per me la croce non ha più il significato che mi era stato insegnato e, quando ne vedo una, il rimando va a un altro concetto che sento come più “corretto”, più ispiratore.

E’ come con il matrimonio, il celibato e tutte le altre pratiche e gli altri rituali: sono simbolici. Ma, per dire, anche la chiesa stessa intesa come edificio è simbolico, perfino Dio è simbolico. Sta a voi dar loro dei significati “giusti”, in modo che l’energia si muova dandovi una mano nella vostra evoluzione personale invece di remarvi contro.

Anche perchè oh: a furia di essere inculati, prima o poi la vaselina finisce.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Cioè, in definitiva, se si rimane passivi si resta imbrigliati. L'alternativa? far funzionare la propria zucca per uscire dalla gabbia, ed allora improvvisamente ti ritrovi nel pieno di "Essi Vivono"...
Namastè
Massimo

eius ha detto...

Vedere il significato che si vuole è il colmo dell'ignoranza. Bravi!