Nelle ultime 3 settimane, giorno più giorno meno, mi sono allontanato dal “percorso”. Com’è e come non è, la mia attenzione è stata sviata in maniera sostanzialmente totale e portata lontana dai significati e dalle immagini fonte di ispirazione per un reale “miglioramento personale”. Ho avuto altre cose per la testa, insomma, e la straordinaria potenza persuasiva di quell’agglomerato incoerente ma maledettamente solido chiamato “mondo” mi si è palesata di fronte agli occhi nella sua magnificenza.
Ragazzi, non ce n’è: si può pensare di essere pronti a non ricascare più nella rete, ma proprio questa convinzione figlia della superbia è il primo passo verso la (ri)caduta. E quando parlo del “mondo” non intendo soltanto ciò che è là fuori, ben visibile e palpabile, ma anche e forse soprattutto il mondo mentale, quello individuale, fatto di convinzioni, pensieri, schemi di ragionamento e di percezione. Che poi di individuale ha ben poco, dato che si ragiona più o meno tutti alla stessa maniera…
L’esperienza dell’isolamento da praticamente qualsivoglia riferimento all’elevazione spirituale, alla realizzazione, alla comunione con Dio eccetera, in sostanza da tutto quello di cui ho parlato nel blog negli ultimi anni da un lato mi ha esasperato, ma poi è stata illuminante. Sia chiaro: non l’ho cercata io volontariamente, non mi son messo lì a dire “Cià, adesso mollo tutte ‘ste puttanate per un po’ e mi faccio sopraffare dal mondo”. E’ successo, punto. Ed è qui il bello, il lato subdolo e più incredibile: non me ne sono neanche accorto. Cioè, ormai cosa saranno, 4 anni? 5? Stiamo bassi, dai: 4 anni. Sono 4 anni che l’argomento “spiritualità” (non mi piace come parola, ma ci siamo capiti) è il fulcro della mia vita, nel senso che ho iniziato a rendermi effettivamente conto dell’esistenza di una faccia appena appena più nascosta della realtà nella quale viviamo e ci muoviamo in ogni istante. Avvenimenti, interazioni, significati: piano piano sono diventati un po’ più veri, più vivi, più intimi, staccati dal pensiero della massa. A questi 4 anni aggiungiamone pure un paio di “preparazione”, diciamo così. I preliminari, ecco.
Bene, signore e signori: in meno di 3 settimane è sparito tutto. Era lì, sotto il mio nasone e un attimo dopo puf! un colpo di bacchetta e i mercanti si sono riappropriati completamente del tempio. E senza nemmeno dirmelo! E’ questo che mi fa impazzire. Con un’abilità di prestigiatore da far impallidire quelle pippe stratosferiche di Houdini, Silvan e Copperfield, il mondo mi ha ingurgitato riportandomi, per certi aspetti, indietro di anni. La scala personale di rilevanza è stata ribaltata: fatti, idee, persone, istituzioni, convinzioni, schemi emotivi che avevo capito non essere così dannatamente importanti di punto in bianco si sono trasformati di nuovo in giganti, mentre la parte per me davvero importante della vita è diventata minuscola, ai limiti dell’impercettibilità.
“L’attacco” arriva da due fronti: l’esterno, la parte palese; l’interno, quella infida. L’esterno è… l’esterno, il mondo là fuori, con i suoi valori, meccanismi, fatti, situazioni. Per cui va dalla vita quotidiana personale, con i suoi appuntamenti, i suoi imprevisti, gioie e incazzature, alla vita “di sistema”, ovvero la società nel suo complesso, le istituzioni, i media, l’economia, la cultura eccetera. L’emotività della vita privata ha indubbiamente svolto un lavoro importante, negli ultimi tempi, ma questi sono cazzi miei. Tanto vale un po’ ovunque, no? Ci passiamo un po’ tutti nei vari momenti, a volte più intensi altre volte più blandi. Routine, insomma, le “cose della vita” che molto probabilmente conoscete meglio di me. Il sistema oggettivo, invece, merita un piccolo accenno. Ha una capacità ipnotica impressionante. Se non si sta più che attenti, si rischia di prendere sul serio la politica, l’economia, la crisi, le guerre, l’ISIS, la tecnologia, tutto insomma. Quel grandioso mare di merda del quale l’umanità può tranquillamente fare a meno (PERCHE’, così com’è, NON E’ DAVVERO RILEVANTE) si trasforma magicamente nell’unico mondo esistente e l’unico possibile. Dichiarazioni, idee, indicatori economici, leggi, attentati, dispositivi elettronici. E’ tutto sconnesso, nel modo col quale viene presentato, ma non importa: è rilevante, è vero, è reale e merita tutta l’attenzione possibile. Le informazioni, intese non solo come notizie ma proprio come stimoli mentali e fisici, arrivano da tutte le parti a una velocità mostruosa e non si ha materialmente il tempo per capire cosa stia effettivamente accadendo. In questo modo si cade in ipnosi.
Mi sono ritrovato in una situazione simile a quella che vissi circa 5 anni e mezzo fa, quando l’informazione mainstream aveva già ampiamente iniziato a farmi schifo e mi impuntavo di andare a capirne di più nella cosiddetta controinformazione. Quello che trovavo, però, erano articoli pieni di rassegnazione e depressione. Per qualche mese andò così, ma alla fine arrivò un momento di saturazione e reagii, lì sì volontariamente, rifiutandomi di andare avanti col ping pong maintream-controinformazione. Non me ne fregava più niente, volevo solo “disintossicarmi”.
Ora, inconsapevolmente, ero di nuovo all’incirca a quel punto. Non tanto in merito al ping pong quanto al ritenere come fondamentali determinati fatti, idee e visioni. Questo sul fronte dell’esterno.
L’interno è quell’apparato naturale che tutti abbiamo in quanto esseri umani. In sostanza sono la mente e le emozioni. Nel corso della nostra vita, il “mondo esterno” ci ha piantato sempre più in testa determinati schemi di percezione, i quali generano a mò di figli i modi di pensare e di reagire. Banalmente: tu devi percepirti come una merdina animale, un cretino con delle aspirazioni in merito alla carriera, al denaro, alla figa e al telefonino ma, se qualcuno ti insulta, tu sei la persona più importante del mondo e devi reagire come minimo con un insulto a tua volta. E’ su questo genere di schemi di percezione che il mondo esterno si installa, per poi rimanerci a vita. D’altronde, gli schemi sono i suoi: prima te li dà e poi ci si insidia dentro. Cultura, idee, convinzioni… Tutto nel calderone. A meno che non sia tu a decidere di cibarti di altro, seguendo le tue intuizioni e i tuoi tarli, così da capire i milioni di sottilissimi inganni e modificare gli schemi di percezione, sarà sempre il sistema a rinforzare sè stesso.
50% mondo esteriore (25% vita privata + 25% sistema) + 50% mondo interiore influenzato dai vecchi schemi di percezione = 100% di merda.
L’altro giorno, finalmente, è arrivato di nuovo il punto di saturazione. Preso da una sorta di disperazione calma, ho cercato un video del caro vecchio Rocco Bruno, non perchè fossi davvero interessato alle sue spiegazioni (non lo seguo più da tanto tempo, ormai) ma più che altro per ascoltare di nuovo delle parole sensate, diverse dal marasma del sistema. Ha funzionato: è lì che mi sono reso conto dell’ipnosi. E’ stato come prendere una boccata d’aria fresca e paradisiaca dopo essere stato chiuso in uno sgabuzzino interrato per settimane.
Mai come in quel momento ero stato consapevole della puzza di morte che c’è in giro. “I morti (in spirito) che seppelliscono i morti (in spirito e/o in fisico)”. Quella vocina che mi ha spinto a iniziare un percorso diverso, e che nel frattempo in 4-5 anni è diventata più forte, è stata messa da parte, l’ho involontariamente messa da parte, per tornare nel baratro e riviverlo in pieno ma questa volta con occhi nuovi. E’ spaventoso, manca l’aria, si soffoca. Non c’è vita, spontaneità, verità, nulla. Solo un vuoto riempito artificialmente con altro vuoto e non lo vedi soltanto fuori: te lo senti dentro, ti permea nel corpo e nella mente. E’ tutto al contrario, inezie che diventano pilastri di grandezza, menzogne che diventano credibili verità. Se pensate siano soltanto farneticazioni eteree pseudo-filosofiche state sbagliando di grosso: è tangibile, lo si percepisce nel momento esatto in cui ce ne si libera anche solo per un istante, nell’attimo nel quale la vocina prende il sopravvento estraendovi dal mondo e regalandovi un barlume di pace. E’ reale come e più dell’aria che respirate.
Una volta capito che quella vocina quasi impercettibile è lì per farvi vedere le ragioni della vostra inguaribile infelicità (perchè è inutile che vi raccontiate palle su palle: siete infelici), coltivatela, datele retta. Cadrete ancora e ancora e ancora e ancora e ancora per milioni di volte, ma sarà più facile risalire e andare sempre più in alto.
2 commenti:
Grazie Mattia per questo post; succede spesso anche a me di ritrovarmi in agitazione per uscire dal pattume senza capire da che parte devo scavare per venirne fuori.
Io poi sono molto più vecchio di te e i condizionamenti che mi hanno plasmato prima di poter uscire con la testa a vedere l’orizzonte sopra l’oceano di merda che mi ha sempre sommerso, hanno avuto molto più tempo a disposizione per ottenebrarmi la mente. Forse se avessi avuto internet a 20 anni avrei potuto svegliarmi meglio e prima. Ma comunque, anche se tardi, c’è stato un fatto che mi ha segnato la vita: una malattia di quelle serie da cui sono uscito indenne o quasi e la pensione che mi ha messo a disposizione tanto tempo per cercare e pensare. Il mio punto di vista sulla vita è completamente cambiato anche senza il conforto della mia compagna di vita che, seppur in parte trascinata dalla mia foga, resta ancorata ai vecchi schemi (tipo condizionamento dai media). Ho il desktop del PC tappezzato da icone di siti di controinformazione e quando trovo qualcosa di particolarmente meritevole invio il link ai miei amici e conoscenti sperando di sollevare in loro quel tanto di indignazione o meraviglia o qualcos’altro che serva a distoglierli dal sonno in cui sono immersi. Fin’ora (dopo due anni) nessuno di loro mi aveva mai diffidato da inviare queste missive di segnalazione, tant’è che mi ero illuso che il mio intento non fosse del tutto inutile. Questo fino a pochi giorni fa, quando uno dei destinatari mi ha dato del ”complottista”, e allora mi sono cascate le braccia. Se uno non vuole essere svegliato non funziona nemmeno il cannone. Io naturalmente ho sospeso tutti gli invii, anche perché ho capito che se uno vuole cercare la verità se la deve cercare da solo, non può essere imboccato. Potrei scoprire fra un po’ di avere dato dei suggerimenti fasulli, e allora non potrei mai perdonarmelo. Ognuno deve infarcirsi di cazzate in modo autonomo in modo da non poter dare la colpa a nessun altro.
Comunque la vita continua fra alti e bassi, ma ti garantisco che l’entusiasmo non mi è ancora venuto a mancare grazie anche a gente stimolante come Italo Cillo coi suoi podcast, Corrado Malanga, e tanti altri. Da poco si è aggiunto anche un certo Mattia, giovane studente … non so se lo conosci
Mattia... Mattia... Giovane studente... Ah sì! Il black bloc! :D "Minchia maaa labbanca è il simbolo della ricchezza, cioè... se non spacchi la banca sei un coglione!" Sì sì, l'ho visto al telegiornale...
No, scherzi a parte, ti ringrazio molto per le belle parole e il sostegno. Sono umanamente molto contento tu sia guarito dalla tua malattia: gliel'hai fatta vedere, a quella bastarda! Bravo!
Per quanto riguarda il resto, ti capisco perfettamente: provare a far capire anche soltanto un paio di piccoli concetti a una persona totalmente forgiata dall'informazione mainstream è spesso un'impresa ai limiti dell'impossibile. E capisco anche che ti siano cascate le braccia quando hai visto sostanzialmente vanificati i tuoi sforzi. Che ti devo dire? Ci sono persone "ricettive", dei curiosi ai quali manca soltanto il giusto stimolo, e altri (tanti, purtroppo) che non ne vogliono sapere.
Sono scelte. Non c'è un modo giusto e uno sbagliato: ognuno risponde in base al suo livello di apertura mentale, diciamo, o di percezione.
Non disperare: se capisci di avere di fronte un muro di gomma, fa niente, passa oltre, non mandargli più le tue "missive" e accetta questa persona per quella che è, anche se ti verrebbe voglia di sbatterle la testa contro l'asfalto.
Ti ringrazio ancora!
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