17 novembre 2015

Lezione base di sceneggiatura e il godimento del regista

Ho chiuso l’ultimo articolo sui fatti di Parigi usando dei termini assimilabili al mondo dello spettacolo, più precisamente a quello della sceneggiatura e in effetti, pensandoci un attimo, l’ISIS e l’approccio dei media nei suoi confronti sembra seguire proprio lo schema di una sceneggiatura cinematografica.

Torniamo un attimo indietro nel tempo. Sono andato a vedere quando avevo scritto per la prima volta dell’ISIS qui sul blog e ho trovato un post del 23 agosto 2014 in merito alla decapitazione di James Foley. Ve lo ricordate? Il reporter americano… Tra l’altro il video che avevo linkato nel post, ovviamente, è stato rimosso, ma fa niente. Allora ho fatto una ricerchina su Google, scrivendo semplicemente “ISIS” e mettendo come intervallo di date un casuale “1 novembre 2013 – 30 novembre 2013”. Pensavo di trovare già qualcosa di significativo. Insomma, Foley è arrivato alcuni mesi dopo, ma quella brutta gente sarà già stata in giro da molto prima, no? E invece ecco cosa m’è venuto fuori.

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Ci sono solo 2 articoli: uno della CNN, che nel titolo parla addirittura ancora di Al-Qaeda, e l’altro del sito al-monitor.com. La situazione “migliora” prendendo come lasso di tempo il mese di dicembre del 2013 (addirittura appaiono le prime immagini di miliziani random), e tra l’altro a parlarne sono quasi tutti siti stranieri: evidentemente la stampa italiana era in altre faccende affaccendata, per quel che può contare. Però comunque… Non ci siamo, è troppo confusionario, sembra sempre la solita vecchia Al-Qaeda. Manca di mordente, ecco.

Bene, chiunque si avvicini anche solo per curiosità alla sceneggiatura e alla scrittura cinematografica, ma volendo più in generale alla scrittura di una storia, impara immediatamente che l’inizio è probabilmente la parte più importante di tutto il lavoro perchè, se non riesci a catturare lo spettatore o il lettore nel giro di pochi minuti, il resto del film o del libro è un completo spreco. Potrà anche essere l’opera più bella della storia e della preistoria, ma allo spettatore/lettore sembrerà solo noioso. Nei film in particolare, l’introduzione, che dura fino al cosiddetto “evento scatenante” o “catalizzatore” che mette in moto effettivamente la trama, dura all’incirca 5-10-massimo 15 minuti. In questo breve lasso di tempo bisogna far capire al pubblico chi è/chi sono i protagonisti e cosa vuole/vogliono, qual è lo scopo della storia. In un film d’azione è necessario introdurre la nemesi del protagonista e si rivela fondamentale farlo in maniera spettacolare, così da catturare l’oggetto più vitale di tutti: l’attenzione del pubblico. Per esempio, andate a guardarvi la sequenza iniziale dell’ultimo film di Batman, “Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno”: 5 minuti incredibili e capiamo immediatamente che tipo sia Bane, il cattivo.

E con l’ISIS? Ricordate come è stato introdotto il Sedicente Stato Islamico™ (SSI™)? Con i video delle decapitazioni. Con gli spettacolari video delle decapitazioni, aggiungerei. Anche se poi, di decapitazioni, non se ne vedevano, ma tant’è: i media “sceglievano di non mostrare tutto il filmato per non urtare la sensibilità e perchè non ce n’è bisogno”. Ricordate? Ovunque, a ogni ora del giorno, filmati su filmati di prigionieri vestiti d’arancione e l’inglese “Jihadi John” col coltello in mano a minacciare l’Occidente, conditi di effetto rallenty e controcampi; filmati sull’addestramento dei temibili miliziani; proclami spaventosi di invasione del mondo libero, con la bandiera nera photoshoppata su San Pietro, per esempio; addirittura un prigioniero inglese, John Cantlie, costretto ripetutamente a fare da reporter per la propaganda jihadista con dei servizi su quanto bello, buono e potente fosse il SSI™; il bambino che spara a sangue freddo alla nuca di due prigionieri; bambini costretti a farsi saltare in aria; torture, siti archeologici e reperti storici distrutti. Insomma, un puttanaio altamente spettacolare e pesantemente indirizzato all’aspetto emotivo, culminato a gennaio con Charlie Hebdo. Ditemi se non ha catturato la vostra attenzione.

Poi il nulla. Quanti filmati di propaganda (quella jihadista, si intende) avete visto da gennaio in poi? Decapitazioni, ostaggi-reporter et similia? Nulla, a parte ogni tanto un servizio sulla distruzione di qualche reperto storico o un articolo su un attentato in Siria, giusto prima della pagina sportiva.

Siamo giunti, con gli attentati a Parigi, all’evento scatenante, quello che rompe l’introduzione e fa cominciare davvero il travaglio dell’eroe verso il suo scopo. Dopo il catalizzatore c’è la parte cosiddetta del “dibattito” nella quale il protagonista elabora il da farsi; poi si compie la prima azione; c’è lo svolgimento delle varie peripezie, che è la parte centrale del film, quella che di norma si vede nei trailer; si arriva al punto mediano, nel quale si ha un picco del film; c’è un’apparente vittoria o un’apparente sconfitta, seguita dal crollo della situazione con qualche colpo di scena; e c’è il finale, nel quale l’eroe può vincere o perdere. A grandi linee una storia, in questo caso cinematografica ma vale un po’ per qualsiasi mezzo si scelga di utilizzare per raccontarla, si articola così.

Il godimento del regista
E’ da un po’ di tempo che mi è balzata in testa questa scena. Ricordo che la prima volta fu guardando una manifestazione di lavoratori a Roma l’anno scorso… o forse quest’anno… Comunque, ci furono le solite interviste ad alcune di queste persone che rischiavano di perdere il lavoro e, dal tono della loro voce e dai loro sguardi, si poteva distintamente percepire l’orlo della disperazione, la paura e anche una piccola dose di rabbia per la situazione che si era creata nei loro confronti. Osservando quelle facce e ascoltando quelle parole, non ho potuto fare a meno di immaginarmi come potesse vedere la scena uno dei, chiamiamoli, registi a livello mondiale.

Me lo sono immaginato nella sua bella villa, isolato dal resto del mondo, con un maggiordomo e dei collaboratori al suo servizio che lo tengono informato sulle varie azioni programmate e chiedendo il benestare su come agire in determinate circostanze, essendo lui membro del Consiglio Supremo degli Stronzi Mondiali. E mi vedevo lui nella sua lussuosa camera in vestaglia, bello pacifico nel suo perenne ghigno impresso sul volto, intento a non fare nulla in particolare, fino a che non si sentiva bussare alla porta. Era il suo collaboratore-capo che gli consigliava di accendere la televisione. “Sono sicuro che le piacerà”, diceva. Il regista metteva sul telegiornale dove si stava mandando in onda il servizio sui lavoratori e, improvvisamente, quello spettacolo di povera gente disperata gli causava una reazione fisica, come un caldo e ammaliante prurito nella zona delle parti basse che piano piano si faceva strada intensificandosi, e su su fino alla pancia mentre i suoi occhi si chiudevano e aprivano lentamente e il battito del cuore andava fuori controllo. “Portami Cristina”, chiedeva al collaboratore-capo rimasto nel frattempo sull’uscio della porta. “Sì, signore” era la risposta. Al suo ritorno assieme alla prescelta, bionda, giovane e bellissima Cristina, il regista si era già completamente spogliato e il collaboratore, dopo un cenno di intesa, chiudeva delicatamente la porta. Con lo sguardo che si alternava fra la televisione e le natiche e i seni di Cristina, il regista era preso da un’estasi feroce, quasi violenta e la ragazza lanciava brevi versi più di dolore che di piacere. Lui, ora, controllava tutto. E godeva a diversi livelli.

Le manifestazioni di questi giorni a Parigi mi hanno richiamato alla mente la scena, solo amplificata. Gli spari e le esplosioni… I minuti di silenzio… Gli assembramenti nelle varie città di tutto il mondo, con persone che cantano la Marsigliese tenendo in mano candele accese… Il pianista che suona Imagine… Uomini e donne terrorizzati subito dopo gli attentati… Quelli che dicono di non aver paura… Le ricerche dei fuggitivi… Le testimonianze dei sopravvissuti… Il dolore per le vittime… E infine Obama che dice: “L’ISIS È IL VOLTO DEL MALE!”. AAAAAAAAAHHHH SÌÌÌÌÌ!! E’ l’orgasmo, il culmine della straordinaria e paradisiaca orgia non-stop con 72 vergini, molto più terrena di quella eterea promessa ai musulmani una volta abbandonato questo piano di vita.

Ogni volta che vedete certi spettacoli, qualcuno sta godendo. Ricordatevelo.

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