03 agosto 2017

Il gatto di Schrödinger e Dio

Con la logica si può arrivare a tutto. Fate una ricerca su Internet e vedrete come la logica applicata all'esistenza o meno di Dio sia fantastica da ambo i lati: tra chi dice che Dio, se davvero fosse onnipotente, potrebbe scegliere di non esistere ma ciò significherebbe che ciò che non esiste in realtà esiste; chi dice che tutto ciò che si muove è mosso da qualcosa, e quindi l'universo è mosso da un'entità superiore, più grande... Ce n'è per tutti i gusti e ogni volta qualcuno viene fuori con "la prova definitiva" dell'esistenza di Dio o della non esistenza.

Sapete una cosa? Hanno ragione entrambe le parti. Dio esiste e Dio non esiste. Come è possibile? È il gatto di Schrödinger. Cito Wikipedia:
"Si rinchiuda un gatto in una scatola d'acciaio insieme alla seguente macchina infernale (che occorre proteggere dalla possibilità d'essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un'ora forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo parimenti probabile, nessuno; se l'evento si verifica il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un'ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione \Psi dell'intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono degli stati puri, ma miscelati con uguale peso."
Ovvero: il gatto è vivo e morto allo stesso tempo, fino a che un osservatore esterno non apre la scatola per verificarne lo stato effettivo.

Dio esiste e non esiste finchè la persona non "apre la scatola", cioè fin quando la persona non la smette di farsi pippe mentali su pippe mentali credendo di stare trovando le risposte giuste alle domande giuste, e non inizia davvero ad osservare "il sistema".

Un conto è dire "Dio è questo, questo, questo e ha questa e questa e questa caratteristica, quindi esiste/non esiste per questo, questo e quest'altro motivo"; un altro è saperlo. Un conto è prendere carta e penna e disegnare una macchina o una casa; un altro è avere la macchina o la casa davanti agli occhi. Un conto è indicare; un altro è sentire, provare, toccare. Un conto è rappresentare un'idea; un altro è viverne il significato. Un conto è parlare tanto; un altro è dire tanto.

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