Il popolo italico è tornato dalle ferie ebbro di tanta cioia, come dicono Ratzinger e più o meno tutti i teutonici ansiosi di parlare l’itagliano. E mentre i media diffondono il terrore psicologico di miliardi di euro mandati in fumo in tre quarti di secondo, di ricamati tagli alle spese dello Stato (leggi “meno soldi per il popolo e più ricchezza per i più ricchi”), la piccola solfa quotidiana è all’incirca la stessa. L’unica differenza è l’aggiunta spropositata di coloriti epiteti rivolti a destra e in alto in impeti furiosi di rabbia hulkiana, con tanto di camicia strappata (i pantaloni, chissà perchè, rimangono sempre interi) e urla animalesche.
In ogniddòve è la frustrazione a dominare. E i canali di sfogo sono: il governo e le banche, puntualmente riempiti di sonore offese verbali e scariche rabbiose di espressioni facciali contornate da un sottile filo di bavetta e gesti corporei degni del peggior ultrà bergamasco (non me ne vogliate).
La soluzione ultima sembra quella del “mandarli tutti a casa e sostituirli con altre persone, migliori”. Ingenui.
Tenuto conto che i veri detentori del potere decisionale rimangono imboscati dietro i pagliacci da tiggì e da quotidiano, la semplice sostituzione di suddetti ciarlatani non risolve nulla: i capi supremi faranno sì che altri ciarlatani, questa volta vestiti eleganti, vadano in primo piano e, beffa aggiunta al danno, ottengano il sostegno spontaneo del volgo al grido di “libertà!” ed altri spropositi simili. Questa rivoluzione andrebbe a puttane in poco tempo.
Sia chiaro, meglio che niente, eh: un bel moto di risveglio non è mai un brutto affare.
Ma, a mio modesto avviso, il problema resterebbe. Perchè? Benissimo, ammettiamo anche che per intercessione divina i supremi venissero defenestrati (nel senso che venissero lanciati dal 160esimo ed ultimo piano del Burj Khalifa). Pensate che, nel tempo, nessuno e dico nessuno riuscirebbe a prendere il loro cadreghino? Che non si formerebbe una nuova èlite? Nah.
Come sempre, o quasi, in questa società si pensa di risolvere i problemi che ci affliggono, quando in realtà si sta iniettando solo un insipido placebo. Ma mentre con il famigerato “effetto placebo” si può anche stare effettivamente meglio, qui è una illusione bella e bona.
Il primo esempio che mi balza al cervello è quello dell’industria farmaceutica. E’ piuttosto banale, in effetti, e il solo parlarne rischia di far cadere in depressione, portandovi ad avere effettivamente bisogno delle “cure” di Big Pharma. Detto brevemente: le aziende farmaceutiche non traggono profitti dal far stare bene le persone, ma dal far perdurare le malattie. E’ piuttosto ovvio, se ci pensate: più la gente sta bene, meno farmaci si vendono e meno introiti ci sono per Bayer e soci.
Il secondo esempio è quello dei criminali, forse meno evidente del primo e proprio per questo più interessante. Cosa facciamo noi, ora, quando (e se) becchiamo un criminale? Lo distruggiamo, sostanzialmente. A meno che non abbia i soldi, certo… In pratica, il ciula di turno viene massacrato, sbattuto in galera e la sua vita è rovinata. Viene giudicato e punito. E in questo modo noi pensiamo di aver “fatto giustizia”, di aver “tolto un criminale dalle strade”, di aver “ridotto la criminalità” e altre fandonie del genere. Fandonie, appunto. In realtà, il problema non si è spostato di una virgola: è lì, come prima più di prima.
Ciò per dire che è inutile prendersela con le persone fisiche attrici del momento. Il problema è a monte: è la mentalità. Basta fermarsi un picosecondo e ragionarci sopra, anche se il lavoro, e “devo fare questo”, e “devo andare di qua”, e “chissà cosa pensa di me”, e “devo dimagrire” e cazzi simili tendono a bloccarci.
La società odierna, come (purtroppo) tutte quelle del passato conosciuto, ha un totem centrale intorno al quale è costruita: l’egoismo. L’idea stessa di “potere” è una rappresentazione dell’egoismo e il voler controllare la massa, dividerla e dominarla, lasciandole soltanto l’insulsa sensazione di essere libera, beh… Fate voi. Chi ha il potere lo protegge a tutti i costi e ne vuole sempre di più: chi ha soldi li protegge e ne vuole sempre di più. Moriranno milioni di persone per l’interesse di pochi? Ecchissenefrega!
I media diffondono quotidianamente paura e diffidenza, in modo da alimentare l’ego e l’istinto di sopravvivenza. Bisogna possedere oggetti, ottenere giudizi sempre positivi dagli altri, essere sempre i migliori, in competizione. Quando non si parla di xenofobia, omicidi, crisi economiche, pessimismo e rassegnazione, quali argomenti vengono tirati in ballo? Il gossip, il calcio (soldi, competizione ed egoismo nascosti dietro un pallone), la cucina e quelle simpaticissime fiction.
Ma il bello? La gioia? L’altruismo, la compassione, le persone vere? No, sempre meno, perchè non puoi fidarti degli altri. Hai sentito di quel russo che ha mangiato un uomo? O di quella donna scippata a Roma, che adesso è in coma? E gli immigrati? No no, io penso per me e stop. Gli altri si fottano.
Ma se invece di pensare ai soldi, al potere e al successo, pensassimo chessò… all’effettivo benessere? Se, così per dire eh, curassimo effettivamente le malattie?
Se, invece di giudicare e punire la singola persona, provassimo a capire la cause del suo agire? E di quello degli altri? E se provassimo a risolvere effettivamente il problema? Non si riuscirà a debellarlo e non sarebbe nemmeno meglio farlo, ma ridurlo drasticamente sì.
E’ piuttosto semplice, per cominciare. Tra le varie conseguenze (che diventa causa a sua volta) della mentalità egoistica dominante, ce ne è una secondo me sottovalutata: ricordare le proprie esperienze in maniera distorta. Mi spiego. Mi è capitato tante volte di sentire persone dire “Eh, la vita è dura. Io ho avuto tante delusioni, tanti momenti brutti. Quelli belli sono pochi, molto pochi. Ho dato tanto e ho preso solo sberle, ma adesso basta” e poi magari aggiungere, in uno sprazzo di lucidità, “Però, comunque sia, è bella la vita”. Ci si dimentica troppo facilmente dei bei momenti per concentrarsi su quello che ci ha fatto male e ciò influenza abbastanza pesantemente la nostra psiche. Una risata, un panorama, uno sguardo, una figura di merda, un consiglio. Le cosiddette “piccole cose”. Non siamo abituati a goderle e, di conseguenza, a ricordarle.
Solo allora si riesce a vedere la vita (o forse è meglio dire “esistenza”) per quella che è: stupenda, nella quale sia il bello che, forse soprattutto, il brutto sono occasioni perenni per crescere ed evolvere. In positivo, non in negativo: occasioni, non punizioni.
E allora fanculo il potere! Fanculo il governo, l’economia, Monica Setta, Studio Aperto e il Papa! Non abbiamo bisogno di voi. Sappiamo come si vive, siamo esseri evoluti, cazzo! Non ci fate più paura e anzi vi esortiamo ad evolvere voi stessi. Ora sappiamo perdonare e non punire, comprendere e non giudicare, amare e non odiare. Siamo liberi con noi e fra di noi, perchè, senza la libertà fra le persone, chiedere la libertà dall’oppressione di qualche dittatura è miopia, anche se non è sbagliato.
La rivoluzione più potente che si possa mai compiere è la drastica riduzione dell’egoismo, che è la mentalità propagandata dal potere e nella quale ci perdiamo inutilmente. Le persone vanno e vengono, per questo è utile solo fino ad un certo punto cacciare presidenti e ministri insieme ai banchieri. Dopotutto, anche loro sono persone venute al mondo dall’unione di uno spermatozoo con un ovulo e sono cresciute sul nostro stesso granellino di sabbia nell’Universo.
Si potranno abbattere governi, girare il mondo sottosopra, e comunque, se la mentalità dominante tra la gente stessa, ancor prima che tra i potenti (che, almeno per parte della loro vita, fanno parte della gente) sarà l’egoismo, nulla cambierà . Ah no, scusate: invece di “fanculo Berlusconi” diremo “fanculo Fini”. Eh beh…
2 commenti:
c'è il bisogno di "evolvere le idee diceva" il sommo bill!!!
cit:I media diffondono quotidianamente paura e diffidenza, in modo da alimentare l’ego e l’istinto di sopravvivenza.
sembra una rima per una bella canzone..
cmq approvo ciò che dici...sono con tè.
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