L’incidente mortale di Marco Simoncelli ne è l’ennesima prova, secondo me: il caso non esiste. Casualmente la moto non è scivolata verso l’esterno, come succede nel 99,99999999…99999…99999…% dei casi; casualmente lui ha sfidato la gravità, rimanendo incollato alla moto e tenendola in piedi non si sa come, dato che stava già strisciando per terra; casualmente, proprio mentre tagliava la strada in conseguenza delle due casualità precedenti, ha beccato proprio il momento e il punto esatto in cui stava passando il buon Colin Edwards; casualmente, alla destra di Edwards, con una traiettoria strana arrivava Valentino Rossi; casualmente viene centrato entrambi e casualmente proprio alla testa, dando un colpo talmente forte da strappargli letteralmente il casco.
Ciao Sic.
P.S: non sto assolutamente dicendo che la sua morte possa essere stata premeditata, come una persona, che ringrazio, ha chiesto nei commenti. Non mi riferisco specificamente all'incidente del Sic: l'ho preso solo come esempio per un concetto più grande e profondo, tutto qui.
2 commenti:
Quindi cosa stai cercando di dire? Che era una cosa premeditata?
Assolutamentissimamente no. Mi scuso se il testo è stato interpretato così: non era mia intenzione.
Dico solo che il caso, la casualità, non esiste. Tutto accade quando deve accadere e quando accade è giusto che accada. Poi possono essere fatti belli, che ci piacciono e di cui siamo felicissimi, oppure brutti e tragici come questo del Sic.
Grazie per il commento!
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