Risorgo come la celeberrima Araba Fenice dopo quasi due mesi di silenzio. Se vi stavate chiedendo che fine avessi fatto (non avete di meglio da fare?), la risposta è che, da un mesetto e mezzo, sono in un periodo scazzo, diciamo, nel quale non ho una gran voglia di vedere/sentire troppa gente a parte la mia famiglia, e il mondo “esterno” dell’informazione non suscita in me chissà quale interesse. Niente di allarmante: ho notato che è una cosa ciclica, durante l’anno, e nelle ultime settimane sta andando costantemente scemando. Il fatto che sono qui a scrivere sul blog ne è una conferma.
Nota di servizio: se mi gira bene, è probabile che creerò un account Twitter, in modo da pubblicare i pensieri brevi che mi vengono al momento e che poi, normalmente, vanno persi. Non so se lo farò, ma probabilmente sì. In ogni caso vi avviserò a tempo debito…
Ma ora bando alle ciance, cari lettori e care lettrici! Qual è l’argomento odierno che andrò a sviscerare? Simbolismo? Monti e l’èlite? No, no, niente di tutto questo. E’ l’ennesimo tassello che si incastra perfettamente nel mio personale mosaico, lo amplia e lo rende estremamente più completo.
Nel corso degli anni, la mia visione sulla vita, l’universo e tutto quanto [cit.] è cambiata, e mi sono reso conto che
1) il caso non esiste;
2) corollario dell’assioma di cui sopra: tutto quello che ci succede, accade per la nostra evoluzione personale;
3) nulla di ciò che ci accade, succede contro la nostra volontà;
4) tutto è uno.
Qualche giorno fa, però, ho letto di un tipo di preghiera/tecnica/visione che ha completato il quadro. Si chiama “ho’oponopono”, letteralmente “mettere le cose al posto giusto”, “mettere in ordine” e ha origini antiche nelle Hawaii e nella tradizione huna.
Provo a riassumere i tratti principali. In pratica, è una preghiera e visione della vita che si basa sul fatto che l’Essere è composto di tre parti, da riequilibrare: la mente conscia (o ego), la mente sub-conscia (il bambino interiore), condivisa da tutti gli uomini, e il super-cosciente (la parte divina). Le nostre esperienze, in questa vita e nelle precedenti, sono memorizzate nel sub-conscio e queste vanno ad influenzare noi e, di conseguenza, il tipo di esperienze che viviamo ogni giorno. Altro punto fondamentale è che anche qui è sottolineata l’indivisibile unità di tutte le cose e di tutti gli esseri, ma l’idea è più approfondita e riassumibile in “non esiste nessun ‘là fuori’, ma solo il ‘qui dentro’. Il ‘là fuori’ è solo un riflesso del ‘qui dentro’”.
Cosa significa? Che ogni pensiero, parola, azione, avvenimento intorno a te succede perchè tu l’hai voluto. E’ una spinta ulteriore all’idea del punto 3, qui sopra, che mi ero già fatto io. Faccio un po’ fatica ad esprimere il tutto a parole, anche se nella mia testolina è molto chiaro. La tua ragazza ti ha mollato? Evidentemente c’è, nel sub-conscio, una cosiddetta “memoria erronea”, di cui quasi sicuramente non sei consapevole, che ha fatto sì che questa situazione si verificasse. Il che non significa necessariamente che la memoria erronea riguardasse specificamente te e la tua ragazza: è solo un “pizzico” di energia che si “sfoga”, in un certo senso, e che si manifesta, nella pratica, nel disastro amoroso.
Più semplice: una persona ti si rivolge in modo aggressivo? La tua energia ne attrae un tipo che porta alla manifestazione di questa situazione in questo modo. Con una tua energia diversa, diciamo più positiva, probabilmente quella persona non si sarebbe rivolta a te sbraitandoti addosso, ma sarebbe stata più gentile e garbata.
Metto degli estratti da un bel documento che ho trovato in Rete (io l’ho trovato qui, ma nel pdf si chiede di riportare la fonte originale, che è giopop.blogspot.com).
[…] Io sono al 100% responsabile nel creare il mio universo fisico come è. Io sono al 100% responsabile di correggere i pensieri negativi che creano una realtà indesiderata. Niente esiste al di fuori di me. Tutto esiste qui dentro me come pensiero nella mia mente. […]
[…] Attraverso Ho’oponopono possiamo intervenire sulla causa che ha creato il problema, eliminandola. Tutto quello che ci succede nella nostra vita accade perchè noi lo permettiamo. Con Ho’oponopono possiamo evitare certe difficoltà o quelle che non siamo riusciti ad evitare possiamo fare in modo che siano meno gravi. La tecnica Ho’oponopono è una sorta di richiesta, la cui risposta è automatica. L’importante è solo sapere quello che stiamo facendo. Attraverso questa tecnica noi stiamo correggendo gli errori che noi stessi abbiamo commesso. Ma chi è che corregge gli errori? Siamo sempre noi che lo facciamo utilizzando la nostra energia divina a cui permettiamo di correggere la nostra realtà. Senza aspettative, senza suggerimenti solo con fiducia totale. L’io cosciente individua l’errore, l’Io Superiore corregge con l’aiuto dell’intelligenza Divina suprema, con la quale è in constante contatto: non sta alla razionalità agire, intervenire, suggerire! L’io cosciente dà l’input e poi resta ad osservare! Perché la tecnica funzioni dobbiamo restare puliti e centrati costantemente, finché per il nostro bambino interiore diventerà un atteggiamento automatico. Quando applichiamo Ho’oponopono per risolvere un problema, il subcosciente che ha creato il problema stesso si “resetta” per quanto riguarda le credenze che hanno generato “l’errore”. La cosa meravigliosa è che questa pulizia non riguarda solo le memorie a cui possiamo arrivare coscientemente, ma riguarda proprio tutto l’archivio del subconscio, cioè le credenze della nostra vita, delle vite passate e tutte le memorie ancestrali che caratterizzano la parte sommersa dell’iceberg e che spesso costituiscono le credenze limitanti più radicate e difficili da individuare.[…] Ciò che io individuo come problema, lo posso risolvere, a condizione che io ne accetti al 100% la responsabilità. […] Nel nostro inconscio, nel nostro bambino interiore trovano spazio tutti, ma proprio tutti, i nostri ricordi. Le persone entrano nella nostra vita perché vengono attratte dalle memorie che abbiamo in comune ed è questo che principalmente ci unisce agli altri, anche se di questo non abbiamo consapevolezza. Certi legami sono labili e si sciolgono facilmente, ma altri sono più radicati nel nostro sub-conscio e quindi sono più resistenti. Quando qualcuno o qualcosa mi ferisce o semplicemente mi disturba, posso lamentarmi, arrabbiarmi, affrontare la situazione, colpevolizzando gli altri o le circostanze, ma in realtà è molto più produttivo e soddisfacente capire che qualunque cosa accada non è altro che una proiezione di me stesso. Colpevolizzare gli altri è un po’ come se, guardando la televisione, ce la prendessimo con l’attore di un telefilm, e lo apostrofassimo dicendogli che è un cretino, o ci mettessimo a discutere con lui sul perché del suo comportamento! Piuttosto assurdo no?
E’ incredibile come tutto torni. Mi spiego. Ad esempio, ricordate Gregg Braden? Sì, sempre lui e la sua conferenza sulla fisica quantistica (se non sapete di cosa stia parlando, prego vedere qui). Il corpo emette campi magnetici, i quali vanno ad interagire con quelli del resto dell’esistenza intorno a noi. Questo scambio di energia, questo “dialogo”, è costante e i diversi campi si “mescolano”, si alterano a vicenda e generano onde sempre diverse. Ora, il campo magnetico più potente, nel nostro corpo, da quale organo è generato? Dal cervello? Nein! Dal cuore! E cos’è il cuore? E’ dove “risiedono” le emozioni. Quindi, cambiando le nostre emozioni, cambiano anche le onde magnetiche che generiamo tramite il cuore. Ma se cambiano le onde di energia che emaniamo, anche la loro interazione con il campo circostante sarà diversa. Ergo, la situazione che si viene a formare intorno a noi sarà diversa. Claro?
L’ho’oponopono non fa altro che cambiare le onde emesse dal cuore, andando a cancellare ciò che crea la brutta esperienza di turno. “Sì, tutto molto bello, maa… come si fa?” E’ semplice ma, per essere efficace, richiede fiducia totale nel processo (qualcuno potrebbe chiamarla “fede”). E’ una sorta di preghiera, ma non quella canonica di supplica, bensì del tipo di cui anche Gesù parlava nel Vangelo di Marco, ovvero: “tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato” (Marco 11:24).
Passando alla pratica, sono necessari soltanto un paio di passi. Come tutte le tecniche usate, in campo spirituale, per raggiungere lo scopo non deve necessariamente essere così: le parole usate, le immagini visualizzate nella mente eccetera servono soltanto per creare il giusto stato d’animo, la giusta “atmosfera” all’interno della persona. Quindi, queste sono linee guida, una specie di tecnica generale per creare lo stato d’animo di focalizzazione del problema, assunzione totale di responsabilità per quel problema, perdono, amore e ringraziamento. Il primo passo è “l’invocazione”, ovvero una cosa del tipo “Infinito (Creatore, Dio, Universo, Eterno, ecc. come più vi trovate meglio), aiutami a cancellare tutti i miei pensieri limitanti, i miei blocchi, le mie false credenze e le memorie erronee che impediscono che io abbia…” e aggiungete ciò che vi interessa, tipo “un bel rapporto con la mia famiglia”, o anche faccende inerenti al vostro corpo (alla fine del post, metto un bell’articolo, a riguardo) come ad esempio “un giusto funzionamento del rene”, quello che volete.
Ma, ripeto, le sole parole senza un sentimento sincero alle spalle, sono vuote. Quindi, farlo tanto per fare, anche se non è mai inutile, non serve a granchè: ci vuole convinzione.
Il secondo passo è rappresentato sostanzialmente da quattro parole: “Mi dispiace”, “Perdonami”, “Ti amo”, “Grazie”. E’ vero, sono 6 parole, non 4. Diciamo 4 gruppi di parole, ok?
Scritto così non se capisce ‘na mazza, no? Prendiamole una alla volta:
- “mi dispiace”: è l’assunzione di responsabilità. Il problema deriva da me e soltanto da me. C’è un qualcosa, nel mio sub-conscio, che genera problemi nella mia vita fisica e io me ne assumo la responsabilità.
- “perdonami”: in realtà, poi, è una richiesta di auto-perdono. Il problema lo creo io, chi mi dovrebbe perdonare? Io. Chiediamo aiuto al divino, all’Essenza, al nucleo dell’Essere, chiamatelo come volete, affinchè ci aiuti a perdonare i nostri errori. Ma in sostanza, ci aiutiamo ad auto-perdonarci. E poi, qui c’è solo Uno…
- “ti amo”: ora che abbiamo cancellato una memoria erronea, in qualche modo quello spazio lasciato va riempito. E riempirlo con l’amore mi sembra la cosa migliore, no?
- “grazie”: ecco la fede. Anche se non abbiamo ancora la possibilità di vedere il risultato sotto i nostri occhi, sappiamo che lo abbiamo raggiunto. E’ qui che bisogna avere meno dubbi possibile e confidare al massimo nel processo.
Potete fare anche un discorso, attorno questi concetti, in modo da aiutarvi ad entrare nei giusti stati d’animo, come per esempio “mi dispiace, so che qualcosa in me sta creando il problema e chiedo aiuto affinchè questo blocco energetico/memoria erronea/falsa credenza venga cancellato. Aiutami a perdonarmi per il male e il dolore che ho provocato a me e agli altri. Ti voglio bene, ti amo, riempi gli spazi lasciati vuoti con la tua luce. Ti ringrazio, perchè so che tutto andrà per il meglio”. Una cosa così. Fate vobis, non ci sono regole particolari. Ovviamente questo dopo “l’invocazione” di cui ho scritto sopra. Penso che poi, con la pratica, tutto diventi più veloce e si possano ridurre i giri di parole, andando quasi subito nello stato d’animo giusto… Ma tant’è.
Non so spiegarvi bene il perchè, ma appena ho approfondito un attimo questo tema, non so… Ha risuonato dannatamente giusto, ha preso praticamente tutto quello che ho imparato, a livello personal-spirituale, in questi quasi 3 anni, più qualcosa di precedente, l’ha unito, ci ha aggiunto dei pezzi qua e là e ha incastrato tutto perfettamente. Avevo già letto dell’ho’oponopono già l’estate scorsa, credo… Non mi ricordo bene… Comunque avevo letto solo le parole da usare e stop, senza entrare nel merito, e, infatti, l’avevo bellamente snobbato. Poi, “casualmente”, qualche giorno fa mi rientra in testa ho’oponopono e lo cerco su Google. Beh, il resto è storia…
Ora, come avevo anticipato in precedenza, ecco l’articolo che a quanto pare a dato visibilità all’ho’oponopono nel mondo. E’ scritto da tale Joe Vitale, che fa pure rima, e parla del suo incontro con un maestro hawaiano di ho’oponopono, il Dr. Ihaleakala Hew Len. L’ho’oponopono “moderna”, quella descritta qui sopra, è una revisione della tradizione operata da Morrnah Simeona, una guaritrice hawaiana, tra la seconda metà degli anni ‘70 e i primi anni ‘80. La differenza con la tradizione sta nel fatto che prima l’ho’oponopono era soltanto un rituale di perdono e, quindi, guarigione di gruppo, nel quale una famiglia, ad esempio, si riuniva e i vari membri si confessavano con gli altri in modo da ottenere la loro comprensione, il loro perdono e la guarigione dai mali fisici. Simeona ha rielaborato le idee e i concetti dietro questa modalità, rendendola più individuale, più intima, così che tutti la possano applicare nel proprio privato.
Tra parentesi, ho cercato informazioni su Joe Vitale e, onestamente, non mi ispira molta fiducia: mi sembra il solito tizio cialtronesco che scrive un libro di successo, fa i soldi e poi promette fama, successo e danaro se compri i suoi libri e i suoi dvd. E così son capaci tutti… Ciò, comunque, non toglie nulla all’articolo di cui sotto perchè l’esperienza descritta non è la sua ma quella del Dr. Len, il quale si rifà agli “insegnamenti” genuini dell’ho’oponopono di Morrnah Simeona e la tradizione huna. L’articolo è tratto dallo stesso documento in pdf di prima. Buona lettura!
HO-OPONOPONO - di Joe Vitale
Due anni fa, sentii parlare di un terapeuta che, alle Hawaii, curò un intero reparto di pazzi criminali, senza mai vederne nemmeno uno. Lo psicologo studiava la cartella di uno dei pazienti e guardava dentro di sé per vedere come aveva creato la malattia di quella persona. Migliorando se stesso, il paziente migliorava.
Quando sentii questa storia per la prima volta, pensai fosse una leggenda urbana. Come potrebbe qualcuno guarire qualcun altro, guarendo sé stesso? Come potrebbe, anche il più grande maestro di auto-miglioramento curare un pazzo criminale? Non aveva alcun senso. Non era logico, quindi accantonai la storia. Ad ogni modo, la sentii nuovamente un anno dopo. Seppi che il terapeuta aveva usato un processo di guarigione Hawaiano chiamato Ho-oponopono. Non ne avevo mai sentito parlare, tuttavia non riuscivo a togliermelo dalla mente. Se la storia fosse stata vera, avrei dovuto saperne di più. Avevo sempre inteso la "responsabilità totale" nel senso che sono responsabile di ciò che penso e faccio. Quanto va oltre a ciò, è fuori dalla mia portata. Penso che la maggior parte della gente pensi alla responsabilità totale in questi termini. Siamo responsabili di ciò che facciamo, non di ciò che fa una qualunque altra persona. Il terapeuta Hawaiano che curava quelle persone malate di mente mi avrebbe insegnato una nuova prospettiva avanzata riguardo alla responsabilità totale.
Il suo nome è Dr. Ihaleakala Hew Len. Abbiamo trascorso circa un'ora a parlare, durante la nostra prima telefonata. Gli chiesi di raccontarmi la storia completa del suo lavoro come terapeuta. Mi spiegò che aveva lavorato al Hawaii State Hospital per quattro anni. Quel reparto dove tenevano i pazzi criminali era pericoloso. Gli psicologi si dimettevano dopo un mese. I dipendenti si davano spesso per malati o si dimettevano direttamente. La gente attraversava il reparto con le spalle al muro, nel timore di essere attaccata dai pazienti. Non era un luogo piacevole in cui vivere, lavorare, o da visitare. Il Dr. Len mi disse di non aver mai visto i pazienti. Concordò di avere un ufficio e passare in rassegna le loro cartelle.
Mentre guardava le loro cartelle, lavorava su sé stesso. Mentre lavorava su se stesso, i pazienti iniziavano a guarire. Dopo alcuni mesi, ai pazienti che dovevano essere
legati, era concesso di camminare liberamente, mi disse. Altri, a cui venivano somministrate grandi quantità di farmaci, smettevano di prendere medicine. E quelli che non avevano speranze di essere rilasciati, venivano liberati. Ero sgomento. Non solo, continuò, i dipendenti iniziarono a venire al lavoro volentieri. L'assenteismo ed il continuo ricambio di dipendenti ebbero termine. “Ci ritrovammo con più personale del necessario, perché i pazienti venivano dimessi, e tutti i dipendenti si presentavano al lavoro.” Oggi, quel reparto è chiuso.
A quel punto, feci la domanda da un milione di dollari: Cosa facevi dentro di te, che causava il cambiamento di quelle persone? - Curavo semplicemente la parte di me che le aveva create, disse. Non capivo. Il Dr. Len spiegò che responsabilità totale per la propria vita significa che tutto nella tua vita, semplicemente perché è nella tua vita, è tua responsabilità. Letteralmente, il mondo intero è una tua creazione. E' dura da digerire! Essere responsabile di ciò che dico o faccio è una cosa. Essere responsabile di ciò che dice o fa chiunque altro nella mia vita è un'altra! Tuttavia, la verità è questa: se ti assumi la completa responsabilità della tua vita, allora tutto ciò che vedi, senti, assaggi, tocchi, o sperimenti in qualche modo è tua responsabilità, perché è nella tua vita. Ciò significa che l'attività terrorista, il presidente, l'economia, qualunque cosa sperimenti e non ti piace è in attesa che tu la guarisca. Non esiste, in un certo senso, se non come proiezione da dentro di te. Il problema non è nella cosa stessa, ma in te, e per cambiarla, devi cambiare te stesso.
So che è duro da comprendere, accettare e vivere concretamente. Il biasimo è molto più facile della responsabilità totale, ma, mentre parlavo col Dr. Len, iniziai a rendermi conto che guarire, per lui e nell' Ho-oponopono significa amare te stesso. Se vuoi migliorare la tua vita, devi guarire la tua vita. Se vuoi curare qualcuno anche un criminale malato di mente lo fai guarendo te stesso. Chiesi al Dr. Len come facesse a curare sé stesso. Cosa faceva, esattamente, quando guardava le cartelle di quei pazienti? “Continuavo semplicemente a dire Mi dispiace” e “Ti Amo, più e più volte”, spiegò.
Tutto qui?
Tutto qui.
Salta fuori che amare sé stessi è il miglior modo di migliorarsi, e mentre migliori te stesso, migliori il mondo.
Ecco un rapido esempio di come funziona: un giorno, qualcuno mi ha mandato un email che mi ha stravolto. In passato avrei affrontato la situazione lavorando sui miei tasti emotivi dolenti o cercando di ragionare con la persona che aveva mandato il brutto messaggio. Questa volta decisi di tentare il metodo del Dr. Len.
Continuai a dire in silenzio: Mi dispiace e Ti Amo. Non lo dicevo a qualcuno in particolare. Stavo semplicemente evocando lo spirito dell'amore affinché guarisse, dentro di me, ciò che stava creando la circostanza esterna. Dopo un'ora ricevetti un email dalla stessa persona. Si scusò per il suo precedente messaggio. Non compii alcuna azione esterna per ricevere quelle scuse. Non gli avevo nemmeno risposto. Tuttavia, dicendo “Ti voglio bene” in qualche modo curai dentro di me ciò che
lo stava creando.
In seguito seguii un seminario condotto dal Dr. Len, che ora ha 70 anni, è considerato uno sciamano benevolo e vive una vita appartata. Mi ha detto che mentre miglioro me stesso la vibrazione del mio libro s'innalza, ed ognuno lo sentirà leggendolo. In breve, mentre miglioro, migliorano i miei lettori. E per quanto riguarda i libri già venduti, là fuori, chiesi? “Non sono là fuori”, spiegò, dischiudendo nuovamente la mia mente con la sua saggezza mistica “Sono ancora dentro di te.” In breve, non c'è nessuno “là fuori”.
Ci vorrebbe un intero libro intero per spiegare questa tecnica avanzata con la profondità che merita. Basti dire che quando vuoi migliorare qualcosa nella tua vita, c'è un solo luogo in cui guardare: dentro di te. Quando guardi, fallo con amore.
-----------------------------------------------------------------------
Oggi, “casualmente”, per vie traverse ho trovato questa canzone di un gruppo che non avevo mai sentito nominare, gli EarlyRise. Ho ascoltato qualche canzone e il loro genere è un hard rock gotico, tipo gli Evanescence. La canzone “Wasteland” linkata quasi a sproposito in un commento a un video dei Rage Against The Machine su Youtube è quella che più mi è piaciuta, specialmente a livello di testo (come musica, non me ne vogliano gli amanti del goth rock, è un genere che, dopo qualche canzone, mi stufa… Non dico che sia un brutto genere, per carità: è solo che non è proprio il mio preferito). A livello di testo, dicevo, c’è una parte in particolare, evidenziata in grassetto più sotto, che sembra lì apposta per richiamare all’ho’oponopono. Magari manco lo conoscono, ma è una bella “coincidenza”…
EarlyRise – Wasteland
For so many years you were locked away
Per tanti anni sei stato tagliato fuori
And you never really got the opportunity
E non hai mai avuto davvero l'opportunità
To blossom, and pass on your masterpiece creation
di fiorire, e divulgare la tua creazione capolavoro
They're so ignorant, they don't understand
Sono così ignoranti, non capiscono
You were always longing for a chance
Eri sempre bramoso per una possibilità
To abandon this wasteland and never have to pretend
Di abbandonare questa terra desolata e non dover fingere mai
Everything's okay
Che tutto sia a posto
And you're the same as everybody else
E che sei uguale a tutti gli altri
So stop apologizing
Quindi smettila di scusarti
There's nothing wrong with being different
Non c'è nulla di male nell'essere diverso
Despite their accusations
Nonostante le loro accuse
You've always proven that you're better
Hai sempre dimostrato di essere migliore
Take a look around, everything you see
Guardati attorno, tutto ciò che vedi
Is their twisted version of reality
E' la loro distorta visione della realtà
They live in, and you've been forced to believe them
In cui vivono, e tu sei stato forzato a credere loro
Erase your memories from so long ago
Cancella le tue memorie di molto tempo fa
Now you're capable of so much more
Ora sei capace di molto di più
Just let go, now you know exactly what you're here for
Lascia solo andare, ora sai esattamente per cosa sei qui
Everything's okay
E' tutto a posto
You're not the same as everybody else
Non sei uguale a tutti gli altri
So stop apologizing
Quindi smettila di scusarti
There's nothing wrong with being different
Non c'è nulla di male nell'essere diverso
Despite their accusations
Nonostante le loro accuse
You've always proven that you're better
Hai sempre dimostrato di essere migliore
Nessun commento:
Posta un commento