15 giugno 2012

Trust e la sovranità della persona

Commento tratto da StampaLibera.com
Non sono né un avvocato, né un giurista, ma se ho capito un po’, mi sembra che non puoi andare in giro a “criminaleggiare”. Se compi un omicidio (o qualunque atto di violenza fisica contro un individuo) non sei perseguibile solo come trust, ma proprio come individuo. Infatti il Trust è un atto fiduciario che garantisce il rapporto contrattuale tra le parti. Se tu infrangi le regole amministrative (multe, tasse, debiti ecc.) rompi tale contratto e ne rispondi come Trust… se tu non formalizzi l’appartenenza a tale Trust (dichiarando il proprio nome e cognome, si stipula un contratto verbale e diventi fiduciario del Trust), questo significa che ne rispondi come individuo. Ogni Trust deve avere un suo amministratore, esecutore e fiduciario. In un processo quando il giudice chiede se è lei Pinco Pallino, rispondendo di si ammetti il tuo ruolo di fiduciario e il giudice come amministratore del Trust… il pubblico ufficiale (l’accusatore) diventa l’esecutore. Queste, almeno, sono le tecniche procedurali anglo-sassoni; in Italia non saprei di preciso (forse nemmeno gli avvocati se ne rendono conto). Ma il principio è lo stesso, perché deriva dalle Bolle papali emanate come atto di proprietà per volere divino… L’Impero Britannico ha eseguito tali direttive. Di fatto loro non hanno potere giuridico su di noi come individui, ma solo come soggetti giuridici i quali sono di loro proprietà. La grande frode qui è equiparare l’individuo con l’identità fittizia, creata fin dalla nascita; nessuno pensa che siano due entità distinte, dove il contratto garantisce la sottomissione dell’individuo al volere del potere temporale.
(tratto da AutomiRibelli.org)
Prendete informazioni: CESTUI QUE VIE e CESTUI QUE TRUST!

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