28 settembre 2012

Realtà reale e sogno illusorio. Sicuri?

Heath_ledger_joker

Ieri sera ho (ri)visto il film “Inception”. Non tutto, solo dei pezzettini ogni tanto. Per chi non l’avesse mai sentito, è un film dell’anglofono europeo Christopher Nolan (lo stesso di Memento e degli ultimi tre Batman, tra gli altri) con il “titanico” Leonardo Di Caprio che interpreta il capo di una banda che entra nei sogni di alcune determinate persone per estrarre delle informazioni segrete nascoste nelle loro menti. Mi fermo qua perchè il resto è abbastanza complicato e non c’entra una mazza con quello che voglio dire.

In ogni caso, mi ha dato da pensare una frase. Scena: Di Caprio e la giovane ragazza, nuovo architetto della squadra (in pratica quella che progetta l’ambientazione del sogno), sono seduti fuori un bistrot di Parigi e parlano di varie cose inerenti i sogni, quando il biondino le chiede se riesce a ricordarsi come ha fatto ad arrivare lì, fuori dal baretto. Lei rimane di stucco, senza parole, e allora capisce di trovarsi in un sogno proprio perchè nei sogni non sai come hai fatto ad arrivare: sai solo che ci sei, sei lì, in quella situazione, qualunque essa sia.

Bam! Rimango folgorato e inizio a rimestare delle considerazioni oniriche ingerenti. Ripenso ad alcuni sogni che ho fatto nella mia vita, alle emozioni e alle sensazioni provate, e più ci penso, più mi accorgo che non ho la prova definitiva per poter concludere che questa sia la realtà e quelli “solo” dei sogni. Provo a spiegarmi meglio.

Tra le braccia di Morfeo, non si tratta soltanto di un’illusione, di qualcosa di non-reale: le emozioni sperimentabili in sogno sono forti, intense e vere almeno tanto quanto lo sono quelle vivibili qui. Mentre sogniamo noi siamo lì, in toto nel sogno: ne percepiamo l’ambiente, denso quanto quello reale, gli odori, i sapori; lo vediamo, lo sentiamo, ne siamo completamente immersi per quanto strano esso possa sembrare. Non solo riusciamo a percepirlo sul piano “fisico” ma anche su quello emozionale: amore, paura, gioia, frustrazione sono tutte presenti e chiaramente esperibili come lo sono nella realtà, se non addirittura a livelli superiori di intensità. Io ricordo distintamente un sogno di qualche anno fa nel quale, non so come, ero estremamente innamorato di una ragazza e ci trovavamo, mano nella mano, seduti su una panchina della stazione dei treni, con un bel sole del tardo pomeriggio estivo di fronte. Bene, l’emozione di quell’amore è stata la più intensa che abbia mai provato nella mia vita: qui, nel mondo reale, non ne ho mai vissuta una di quel livello, e la mattina dopo il sogno ero praticamente al settimo cielo, gioioso per aver provato una meravigliosa forza simile. Era reale: il mio corpo e la mia mente continuavano a vivere con quell’incredibile emozione dentro e la cosa è andata avanti alcuni giorni. Anche ora che lo sto scrivendo mi sembra di essere ancora là, su quella panchina, a rivivere in quella bellezza.

Oltre ad influenzare il piano emozionale reale, i sogni toccano anche quello fisico reale. Mi rivolgo specialmente ai maschietti, ma penso sia capitato anche a qualche rappresentante del gentil sesso. Non avete mai provato ad avere un sogno a sfondo erotico piuttosto intenso e di risvegliarvi nel momento esatto in cui state avendo un orgasmo? Nel mondo reale, intendo. Io sì, un paio di volte, e non è stato bello come si potrebbe pensare.

In pratica la mente crea un intero universo tridimensionale dal nulla, inserisce il suo avatar (noi), il quale non si accorge di stare vivendo una sua inconscia creazione, e ne fa esperienza piena ad un livello tale da “intaccare” anche il corpo e le emozioni della realtà.

Non dovrebbero esserci dubbi, in teoria: di notte sono solo sogni, il resto è reale. Eppure non riesco a trovare il fattore esclusivo della realtà (o del sogno), che ha solo lei (o lui) e che mi permetta di distinguerla (o distinguerlo) chiaramente dal sogno (o dalla realtà), quello che mi permetta di dire che la realtà è reale e il sogno è illusorio. La densità dell’esperienza dell’ambiente tridimensionale è la stessa in entrambi i casi: l’intensità fisica ed emozionale pure, se non addirittura superiore nel sogno: lo spazio c’è in entrambi: il tempo pure, in quanto a cambiare è solo la durata (il sogno è breve, la vita “vera” è leggermentissimamente più lunga).

Però però però, manca qualcosa. Manca la caratteristica primaria del sogno, quella tipica per definizione, quella che anche, e forse soprattutto, un bambino rompicazzo delle elementari associa al concetto di “sogno”: si può fare quello che si vuole. Nel sogno il mondo intorno a noi cambia che è un piacere, riusciamo a giocarci in infiniti modi, consci o inconsci, limitati solo dalla nostra immaginazione e dalla capacità di realizzare di stare sognando (il cosiddetto “sogno consapevole”). Il momento prima posso essere in una grigia megalopoli all’alba e l’attimo dopo mi ritrovo a combattere contro Pikachu sotto il pino di casa (ebbene sì: ho sognato anche questo, tanti anni fa. Chi ha vinto? Non lo so: il sogno è finito prima. Quindi significa che ho un conto aperto con Pikachu?).

In teoria dovrebbe essere questa la prerogativa finale del sogno, quella che consente di porre la realtà ad un piano superiore di… realtà rispetto al sogno. Giusto? Mmm, so mica… Se è vero che nella realtà non si può di punto in bianco dire “Adesso volo” e poi effettivamente ritrovarsi accanto ad un Boeing, è altrettanto vero che la realtà è comunque alterabile grazie al pensiero. E’ soltanto più complicato rispetto al sogno, ma è comunque vero. Riporto la mia ultima esperienza in materia e le “coincidenze” che la caratterizzano.

Un mese fa circa sono andato al cinema a vedere l’ultimo Batman di Nolan, “Il cavaliere oscuro – il ritorno”, e già qua dovreste capire qualcosa. Tornate a leggere l’inizio del post: c’è un po’ di ridondanza, neh? Comunque, l’ultimo film su Batman, ok. Esco dal cinema soddisfatto dall’aver visto un bel film, spettacolare al punto giusto, senza abuso di effetti speciali, una bella trama eccetera. Bello, mi è piaciuto, insomma. Qualche giorno dopo parto per una breve vacanza (quest’anno è andata di culo) e, come è giusto che sia, tutto il resto al di fuori della vacanza viene spedito in uno scatolone polveroso in soffitta nella mente. Al ritorno, però, essa ovviamente riprende a pieno regime le sue solite attività e il ricordo torna anche a Batman. Trovo i bluray dei primi due film a pochi euri e li prendo. “Cià, rivediamo ‘Batman Begins’ che non me lo ricordo neanche molto”. Bello, un degno inizio di una degnissima trilogia. Un paio di giorni dopo, “Cià, visto che sono preso bene, e che l’ho comprato, mettiamo su ‘Il cavaliere oscuro’ che c’è il Joker che è un figo”. “Stupendo, un film meraviglioso con una gran bella trama, un po’ poliziesco, un po’ (ma non molto) super-eroico e un po’ filosofico/metafisico dato lo scontro tra Batman (l’ordine) e Joker (il caos). Certe sfumature non me le ricordavo. E’ il Begins al quadrato: hanno voluto espandere il primo e osare, ottenendo un risultato incredibile. E vogliamo parlare di Heath Ledger e del suo Joker? Nettamente la migliore rappresentazione del Matto che abbia mai visto: psico-sociopatico da maledetto, infido e bastardo come mai prima, non sai mai cosa aspettarti da lui. Proprio il Joker che mi piace un casino: poco pagliaccio e molto cazzuto. E’ sempre stato uno dei miei personaggi preferiti dei fumetti/cartoni animati (il preferito dei cattivi) e qui è nella sua forma migliore”. Come avrete intuito, la mia scimmia per la trilogia di Batman diretta da Nolan, e per Joker in particolare, è proseguita in un continuo crescendo. Sono andato addirittura a riguardarmi il primo Batman di Tim Burton, che non vedevo più da eoni, giusto per richiamare alla mente il Joker di Jack Nicholson e compararlo con quello di Ledger (molto diversi. Io preferisco il secondo).

“Ok ma tutto questo che ‘zzo c’entra con i sogni, la realtà e il resto di cui stavi parlando prima di delirare per un cretino con un costume da carnevale?” C’entra, c’entra: è qui che arriva il bello. Da quando mi sono impuntato positivamente su Batman, me lo “ritrovo” ovunque. Giusto un paio di esempi: vado in un negozio di elettronica e sono lì che mi faccio i fatti miei, bello beato, quando origlio le parole di una coppietta lì vicina. Indovinate di cosa parlavano? Del paragone tra il Joker di Nicholson e quello di Ledger! Vado a vedere Prometheus (carino, ma niente di straordinario) e tra primo e secondo tempo i due vicino a me di cosa parlano? Del “Cavaliere oscuro” e “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”, dicendo che il primo è più bello perchè c’è Joker. Ieri ho visto che in prima tv c’era Inception, dello stesso regista e con metà del cast dell’ultimo Batman. Stamattina apro il sito Memebase.com, nel quale gli utenti caricano foto con delle didascalie divertenti, i “meme”, sui fenomeni del momento, e mi imbatto in queste due immagini (non una, due!):

iJoker(link: http://cheezburger.com/6613327360. Caricato, al momento in cui scrivo, 17 ore fa, quindi intorno alle 23 del 27 settembre)

cHoRfg1IL0C_JEOfIosAFg2(link: http://cheezburger.com/6592551936. Caricato, al momento in cui scrivo, 19 ore fa, quindi intorno alle 21 del 27 settembre) 

Notare, in aggiunta, che “Il cavaliere oscuro” è uscito nel 2008: quindi proprio nuovissimo non è, non per i tempi di Internet nei quali parlano tutti di te per qualche settimana o, se va proprio bene, per qualche mese prima di finire improvvisamente nel dimenticatoio. A tal proposito, ecco un meme:

I fenomeni di Internet hanno la vita corta (non è fondamentale, ma per completezza specifico anche qua. Link: http://cheezburger.com/6608555264. Caricato due giorni fa, quindi il 26 settembre)

Ci sono altri episodi che ora non mi vengono in mente, ma fatto sta che ‘sto cazzo di Batman e quello che ci gira intorno ormai me lo ritrovo ovunque.

E questo è solo l’ultimo esempio di un fenomeno che noto ormai da circa 3 anni, più o meno da quando è iniziata la mia “seconda vita” in ambito spirituale. Sicuramente accadeva anche prima, ma non ci facevo caso. Altri esempi che ricordo bene sono: periodo “infatuazione possente per Bill Hicks” (fine 2008-inizio 2009: proprio in quel periodo, dopo più di 15 anni dalla cancellazione della sua performance al Letterman Show, proprio David Letterman invita in studio la madre di Bill e viene mostrata per la prima volta in assoluto la clip incriminata, che poi ho tradotto); periodo “Jimi Hendrix” (ovunque giro vedo i suoi video musicali. Quando poi l’esplosione iniziale di “amore estremo”, metà-fine 2009, è passata, anche la frequenza di visione “casuale” dei suoi video è diminuita fino quasi a sparire); periodo “Matrix” (citazioni in ogniddòve); periodo “separazione genitori” (fine 2010: ci sono rimasto talmente male… Per qualche mese, improvvisamente, quasi non passava giorno senza che venisse fuori la notizia di una separazione in paese o nelle zone circostanti, tra amici, amici di amici, conoscenti e amici di conoscenti, tanto che anche in famiglia ci meravigliavamo della straordinaria ascesa dei casi. Inutile dire che ora, di separazioni, nè io nè la mia famiglia sentiamo più nulla).

So che può sembrare assurdo e anche ai limiti della presunzione egocentrica, in un certo senso, ma è accaduto veramente e sta accadendo ancora. Sono sicuro che, se ci fate caso, noterete anche voi dei periodi “particolari” nella vostra vita quotidiana. Non è strettamente il singolo avvenimento in sè ad essere interessante, quanto il fatto che tu lo vedi/lo senti/lo vivi proprio in un determinato momento, al momento “giusto”. L’avvenimento accade e va bene, ma il bello è che tu, “incidentalmente”, ne vieni a conoscenza proprio nel periodo “migliore”.

Tornando al discorso principale, tutto questo è per dire che anche la realtà, al pari del sogno, è modificabile, influenzabile. Sicuramente in maniera minore, ma tant’è: nemmeno la modifica del mondo circostante è un fatto esclusivo del sogno e dunque, essendo anch’esso in comune con la realtà, non è decisivo nel distinguere nettamente la realtà come “reale” e il sogno come “illusione”. Tutti i fattori sono presenti, con intensità diverse, sia nella realtà che nel sogno: spazio, tempo, corpo, emozioni, pensieri, mente, modifica del mondo circostante.

Ma ne manca ancora uno, e cioè quello della frase di Di Caprio: nel sogno, non ci si ricorda di come si è arrivati in nella situazione in cui ci si trova. Beh pensandoci un nanosecondo, voi vi ricordate come avete fatto ad essere qui? Vi ricordate come siete nati? O quando eravate nel caldo e sicuro pancione di vostra mamma? Anche nella realtà, quindi, ci ritroviamo in una grande situazione, chiamata “vita”, senza ricordarsi di come abbiamo fatto ad arrivarci. Dunque, realtà e sogno hanno anche questo in comune.

Quindi, al momento attuale, non ho prove provate per differenziare una volta per tutte realtà e sogno: la conclusione attuale è che siano entrambi reali o entrambi illusori, scegliete voi. Una è più lunga, l’altro più breve.

Spero di essermi espresso in maniera intelligibile e di aver provocato anche qualche risata. D’altronde, quando si parla di sogni, non è improbabile che escano fuori delle scene epiche… Il mio invito è: provateci anche voi. Non è difficile: andate fuori di testa in positivo per qualcosa, dalle figurine delle Winx (no, stavolta io non c’entro) alla pace nel mondo, e notate cosa accade intorno a voi, quali esperienze/”coincidenze” attirate nel vostro quotidiano e godetevi lo show. Siete ancora sicuri che la realtà sia una cosa e il sogno un’altra?

Detto questo, fate come cazzo vi pare ;-)
Pace.

1 commento:

Marco ha detto...

amico, dal tuo modo di esprimerti, si vede molto che non hai avuto una vita facile, quindi hai tutta la mia solidarietà, ma quel fenomeno che tu chiami "sincronia" io lo chiamo "attenzione" attraverso internet, la tv, la vita ordinaria, ai sensi ci giungono MIRIADI di informazioni, ora se io penso ad uno storpio che cammina, inizio a notare tutti gli storpi, a cui non avrei mai fatto riferimento poichè non li guardavo, è la natura umana.

ovvio che se inizi a fare come quel ragazzo palestrato del sud, che su youtube (sono certo che hai visto tutti i suoi video) che parla di coscienza, illuminati e stronzate simili, beh.. allora si che hai aperto le porte alla follia

parole di uno che di queste esperienze "sincromistiche" ne ha avute a profusione, chiaro che la nostra attenzione va su ciò che ci focalizziamo.. potrei raccontartene molte che a te sembrerebbero sicuramente "divine", ma credimi.. è tutta questione di attenzione.