16 marzo 2013

Aaa Francè, eh

Cià, nel mentre che il papa viene azzoppato istantaneamente dalla controinformazione per alcuni fatti oscuri e per essere un gesuita (che non è un bel biglietto da visita), e mentre milioni di persone sembrano in preda a un’ipnosi per cui non si può parlare male di uno che fino a ieri non conosceva nessuno, eccovi un articolo interessante sull’attualità.

Buona lettura!

(tratto da MatrixUnaParabolaModerna)

Niente di nuovo sotto il sole. Francesco I.

Le porte si stanno richiudendo su di noi, le pecore devono ritornare all'ovile, dobbiamo proprio "restare in allerta come vedette in tempo di guerra", non lasciar passare nessuna "emozione", non un atomo di inferno nel nostro paradiso (interiore), in quella "luce" di speranza di poter cambiare: noi, non gli altri. Se vi sentite abbandonati è perché avete ancora una volta investito in una persona, in una scuola o in chissà cos'altro che non foste voi. Non indugiate sulla soglia, per attraversarla devi lasciare tutto, ma dentro, è necessario sgombrare la mente da attaccamenti, da ogni schieramento, ogni "illusione", ogni speranza di risoluzione della partita, ogni speranza di riaggiustare tutto, uno che dorme non si sveglia neanche a cannonate. Il risveglio è un processo personale, gli altri possono solo essere da coadiuvo, ci vuole un "evaso" che ti mostri come fare per evadere, ma poi sei tu che deve fare tutto, non puoi delegare nessuno al tuo posto, altrimenti resti al palo. Come ho già avuto modo di dire non ci sono mediazioni, le mediazioni non hanno mai chiarito, mai aiutato, mai accelerato il processo di consapevolezza, ma l'hanno sempre ritardato, sempre offuscato, sempre e solo confuso. La fase di normalizzazione è in atto. Come Ulisse dobbiamo uscire dalla caverna di Polifemo, nascondendoci tra le pecore. Polifemo è l'occhio che guarda, un solo unico occhio che tiene l'umanità schiava, ridotta a un gregge di pecore. 7 Miliardi di persone che vivono inconsapevolmente: cerchiamo di realizzare la nostra piccola fuga, il mondo non cambierà così alla svelta, come ci mostra questo dialogo di "matrix - revolutions", dobbiamo solo riuscire a conquistarci la "possibilità" per quelli che lo vorranno di uscire da questa condizione umana deleteria ed inconcludente. Se si creerà una massa critica, e credo che stia già accadendo, i risultati verranno da soli, ma bisogna partire dal singolo.

Architetto: "Hai giocato una partita pericolosa.."
Oracolo: "I cambiamenti lo sono, sempre!"
Architetto: "Quanto a lungo ritieni che questa pace possa durare?"
Oracolo: "Durerà finchè durerà!"
Oracolo: "Che ne sarà degli altri?"
Architetto: "Quali altri?"
Oracolo: "Quelli che ancora vorranno uscire!"
Architetto: "Ovviamente saranno liberati!"
Oracolo: "Ho la tua parola?"
Architetto: "Scusa per chi mi hai preso? per un umano?!!"

L'Oracolo è Maria, la vergine, l'umanità realizzata che sta cercando di aiutarci, le sue apparizioni nel mondo non sono mai state ben viste dall'istituzione del Clero, questo dovrebbe farci intuire qualcosa. Maria sta cercando da tempo di aiutarci a capire che l'uomo è al centro e che da lui e non dalle sue guide, i suoi pastori, può provenire il cambiamento. La persona matura da sè stesso nei suoi tempi questo bisogno, è una questione naturale che altri uomini però, interferendo, hanno cercato di allontanare, ostacolandola: sanno, non passano loro e non ti lasciano passare, creano dogmi, organizzazioni, culti, poteri, per farti deviare, per farsi dare il tuo consenso e poi continuare come hanno sempre fatto. Senza il tuo consenso non potrebbero fare niente. Ecco perché vi ho parlato di un evaso, l'evaso non ha ideali da difendere, non ha importanza personale (da difendere), non ha istituzioni o organizzazioni da difendere, ha solo uno scopo: la libertà.

E quindi poche illusioni ancora una volta niente di nuovo sotto il sole, almeno alle apparenze, il "potere" precostituito non può cambiare con un’elezione, ed anche in questo caso rivela tutta la sua ipocrisia. Si elegge un papa che si farà chiamare Francesco, nel tentativo di evocare grandi valori di carità ed umiltà, ma è tutta facciata, è solo illusione, l'ennesima finzione che va in scena; mediatica come mai nella storia, perché deve riportare tutte le pecore nel recinto del "buon pastore". Se la scelta di Benedetto XVI poteva essere letta come un passaggio importante e di novità in quanto affermava la scelta personale di "coscienza" dell'uomo prima che il mandato di Pietro, e quindi poneva i fedeli davanti all'ipotesi di "responsabilizzarsi" da sè stessi, perché deve venire prima l'individuo e poi tutto il resto, l'atto viene vanificato da un bagno di folla che finalmente può tornare a dormire sogni sereni perché ci sarà qualcun altro a provvedere a loro e alla loro conquista del "regno". A questo punto resta l'ipotesi precedente secondo cui è stato un altro modo per condizionare le folle, farle stare male per poi portare la cura: il nuovo pontefice. Non c'è che dire: se qualcuno aveva dei dubbi sull'uso strumentale dei "media" non può che averne l'ennesima conferma, da come viene continuamente trattata la questione del M5S a quest'ultimo "espluà" del conclave, siamo veramente difronte a quelle scene del film "V per vendetta", dove il potere precostituito racconta la verità che gli è più comoda per pilotare le masse. Non c'è nessuna oggettività, c'è solo spettacolarizzazione. Siamo ad una fase più evoluta dell'uso di questo strumento, dal varietà, alle letterine, dai reality ed i talk show, che per lo più sono contenitori per la pubblicità ingannevole (penso alla carne di cavallo trovata nel brodo fatto meglio di come lo fai tu), ad una fase di sofisticazione totale delle cose. 

Francesco I è lo strumento per rifarsi una facciata, per recuperare un immagine offuscata dagli eventi storici e dai recenti scandali sulla pedofilia. Elezione che di fatto, come ho già detto, chiarisce la strategia che stava dietro alla scelta di Benedetto XVI di dimettersi dal suo mandato; un mandato, quello di Pietro, dalle incredibili e drammatiche implicazioni. Gesù (in Giovanni 21, 15-17) si trova nell'impossibilità di far intendere il suo messaggio sentenziando l'incapacità dell'uomo di auto motivarsi, e della necessità che ha di essere pascolato come un gregge da un "pastore", anche lui a sua volta incapace di capire ed incarnare la rivoluzione del messaggio "cristico", facendone un dogma e realizzandone un istituzione, un potere che nel tempo è diventato offuscamento e dai toni coercitivi. 

"Non fatevi chiamare rabbì... Non chiamate nessuno sulla terra padre spirituale (...). Non fatevi chiamare maestri (...). Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato, e chi si abbasserà sarà innalzato". Matteo 23, 8-12

Ancora una volta il Cristo, la "coscienza" dell'uomo, viene tradito e posto sulla Croce e sempre dagli uomini, non da Dio, a favore di un pastore sempre più adatto a pascolare le sue pecore. Il punto è che il pastore non è disinteressato ed invece di aiutare le sue pecore a crescere le ha sempre tenute nell'ignoranza, nel sospetto e nell'invidia e il rancore l'uno per l'altro, per poi poterle tosare. Il pastore non può permettersi di perdere il suo gregge che cerca sempre di rimpolpare attraverso quello che chiama evangelizzazione. Dovete stare attenti alle parole che sono già state pronunciate tra ieri e oggi, l'attenzione verso l'evangelizzazione che viene nuovamente portata come baluardo di una nuova chiesa rinnovata. Il "lupo perde il pelo, ma non il vizio" e non mi sto riferendo alla persona, ma all'eggregora cattolico, all'istituzione del Clero che non può permettersi di cambiare e deve eleggere un cardinale di apparato, gesuita, e con una precisa visione dei poteri:

il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, presidente dei vescovi argentini, nonché tra i più votati, un anno fa, nel conclave Vaticano che ha scelto il successore di Giovanni Paolo II. Quello che viene taciuto è che è accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò almeno 9000 persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo 1976, sono racchiuse nel libro - "L’isola del Silenzio". Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina è raccontata dal giornalista argentino Horacio Verbitsky, che da anni studia e indaga sul periodo più tragico del Paese sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi attraverso ricerche serie e attente. (fonte)

Poi certamente il singolo può aver fatto degli sbagli e questi sbagli gli sono serviti per cambiare e capire l'orrore di quello che ha commesso, ma ricordiamo che non si paga solo per quello che si è commesso, ma anche quando potendo fare non si è fatto. Il Clero ha sempre silenziosamente appoggiato ogni forma di tirannia, tacere equivale ad avvallare: silenzio assenso. Se il singolo uomo può cambiare, l'istituzione no, e siccome quest'uomo non ha "scelto", ma lo hanno scelto, siamo ancora una volta davanti ad un’istituzione, un "potere" che ha a cuore solo la sua sopravvivenza. E poi se uno cambia non si presta a questo genere di utilizzo, per salvare cosa? I papi non scelgono, servono il loro padrone: il Clero. Come per il sistema dei partiti che per mantenersi in vita è disposto a fare qualsiasi cosa, anche a rischio di dimenticarsi quali erano gli ideali che lo hanno motivato sino a quel momento. Incassare la fiducia per poi continuare come prima, raccontando dopo che non ci sono riusciti, ma non è colpa loro, ... già è solo inettitudine di chi ancora gli crede. Ciò che diventa importante è la facciata, poi se sotto è marcio, raccontiamo balle, facciamo fumo (la stessa fumata che ha tenuto attaccate milioni di persone nell'attesa del nuovo pontefice), incitiamo i nostri tifosi a difenderci, passando tutto sotto alti ideali di giustizia. Pensate al PD, non vedrebbe l'ora di fare il governo con il PDL e Monti, fosse solo per togliersi dalla scarpa il sasso M5S, ma non lo può fare per questioni di immagine, questo perché se lo facesse i propri elettori, che non sono così devoti come quelli del "divino" Silvio, li mollerebbero stavolta per davvero.

Francesco I un papa umile venuto “dalla fine del mondo”: ed è proprio della fine del mondo che si parla, la fine dei sistemi del mondo che sta avvenendo e che questo papa si occuperà di difendere, di salvare per il bene delle sue "pecorelle" che erano smarrite e spaventate per la perdita di una "guida" e per l'ingovernabilità recessiva. Potere politico e potere ecclesiastico ancora una volta uniti ed insieme nel tentativo di produrre un nuovo "medioevo" che gli garantisca nel futuro ancora lo "status quo". Il "medioevo" fu un tempo di splendore offuscato dagli apparati di potere che hanno cercato in tutti i modi di spegnere la rivolta, le macchine vanno sempre all'assalto di Zion, ma come dice Morpheus, dopo secoli che ci combattono: noi siamo ancora qui e non ce ne andremo. Lo scontro è psicologico, è a livello delle certezze e delle paure, la persona che ha fame non ha tempo per ridere, non ha tempo per pensare alla sua realizzazione, ha tempo solo di pregare ed obbedire a quello che altri hanno predisposto per lui altrimenti resta senza cibo. Dipendenti ed assuefatti al sistema, impotenti e senza alcuna speranza di cambiare. Mentre invece la "possibilità" c'è ed inizia da sè stessi ed inizia da una "sensazione": ci deve essere di più.

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