In alcuni/molti degli articoli che ho scritto a occhio e croce più o meno nell’ultimo anno circa, ho criticato abbastanza aspramente parte della cosiddetta controinformazione e in particolare il settore relativo alla spiritualità. Ritengo ci sia in giro troppo “rumore”, troppa confusione e una discreta dose di superficialità. Quando poi nella questione entra quella piccola peste combina guai di Satana è il delirio. Oggi c’ho qua un bell’esempio per provare a farvi capire cosa intendo.
L’articolo in questione è preso da LoSai.eu, sito relativamente famoso in ambito controinformativo (dall’homepage vedo che ha oltre 3000 “mi piace” sul Faccialibro, mica cotica), e il titolo è: “Il Noah di Aronofsky è un satanista? Alcuni particolari inquietanti”. Si riferisce, ovviamente, al nuovo film ‘mer ricano con protagonista Russell Crowe nella parte del biblico Noè, il vero inventore degli zoo moderni. Non mi addentro nel dettaglio dell’analisi cinematografico-simbolica del film in sè, la conclusione della quale è che esso sia fondamentalmente un’interpretazione in chiave sottilmente satanista e poco aderente al racconto della Bibbia. Ci sta, è molto probabile che sia così. Ciò che più mi attira, però, sta nella parte introduttiva dell’articolo, a firma Daniele Di Luciano. Cito:
“[…] nel satanismo si adora Satana, nello gnosticismo si adora il serpente che diede la conoscenza ad Adamo ed Eva, nella cabala il serpente diventa Lucifero ma il risultato non cambia.
Il serpente svolge un ruolo importante anche nel film di Aronofsky. Nella simbologia massonica, il serpente che si morde la coda, l’Uroboro (nell’immagine lo vedete con al centro la squadra e il compasso), rappresenta la congiunzione degli opposti (la coda e la testa si sovrappongono). È uno degli obiettivi massonici: fare in modo che il male diventi bene e il bene diventi male, che Satana sia considerato buono e il Dio cattolico cattivo, in barba all’odiato (da loro) principio di non contraddizione, in cui il bene è il bene e non potrà mai diventare male e viceversa.”
Allora, ci sono molti concetti da esprimere e chiarire. La premessa di tutto a priori, comunque, è una e una sola ed è una contraddizione intrinseca in ogni ragionamento “classico”. Abbiamo Dio, giusto? E Dio è onnipotente, onnisciente eccetera eccetera. Perfetto, ci sto in pieno. E’ sempre il Suo volere a compiersi, e non potrebbe essere altrimenti viste le Sue caratteristiche. Poi, però, c’è un tizio cornuto che, mannaggia a lui, riesce ad andare contro il volere di Dio ed è sempre in cerca di nuovi adepti per andare contro Dio. Si vede la contraddizione? Dio è tutto, illimitato, l’alfa e l’omega, il principio e la fine… e poi mi fa brutta figura con uno sbarbatello ribelle aspirante punkabbestia? Cioè sì, Dio non è proprio infinito… Non è proprio onnipotente… Ci si avvicina, ecco. Sostanzialmente è imperfetto. COME “IMPERFETTO”!? Sono duemila e rotti anni che siete in giro a predicare la conversione a Dio per avere la salvezza tramite la fede, la menate con la perfezione di Dio e del Suo volere… per poi ridurlo nei fatti a un mezzo pirla in guerra con qualcosa che non è Lui?! I casi sono due: o Dio è infinito oppure non lo è. Nel primo caso (quello giusto, tra l’altro), non è possibile per niente e nessuno essere al di fuori di Dio: ergo, nulla (NULLA!!) accade senza che Dio ci metta la firma. Nel secondo caso (implicito della visione canonica), Dio non è… Dio, non ne ha le caratteristiche, il curriculum langue. E’ al limite un semi-dio, con la “d” minuscola, nè più nè meno dio del diabolico Cornutazzi. Mi dispiace, cari i miei fedeli, ma è così. Appiccicatevi questo in testa: tutto è Dio. E Dio è ciò che potremmo definire come “bene assoluto”. ASSOLUTO, ok? Ergo, fate 2+2. Ma finchè ci si pianta immobili sulla visione di Dio come il tizio sulle nuvole non se ne esce più.
Seconda considerazione: il serpente che si morde la coda. Come riporta l’articolo stesso, “rappresenta la congiunzione degli opposti”. Eh… E dove sarebbe il problema? Congiungere gli opposti significa prendere il campo relativo nel quale ci troviamo, la realtà che vede l’esistenza di una cosa e contemporaneamente del suo opposto (positivo-negativo, bene-male, interno-esterno ecc.) e “trasformare” questo relativo in assoluto. In sostanza significa fare esperienza diretta dell’assoluto, dell’unità. Di Dio, cazzo!! Significa superare ogni sensazione che non sia amore. L’unità è identificabile con quel piccolo e insignificante concetto chiamato “amore incondizionato” e quando lo si prova ci si ritrova come fuori dal mondo, in uno stato di trascendenza interiore, sperimentando un impressionante stato di innamoramento verso tutto e tutti, noi stessi in primis. Si riconosce l’assoluta perfezione dell’esistenza tutta. “Innamoramento” è ancora riduttivo, molto riduttivo. Non ci sono parole per descrivere in maniera anche solo minimamente accurata un’esperienza simile, non essendo un qualcosa che viene dalla mente.
E poi, scusate, ma a me sembra che anche Gesù dica: “Quando farete dei due uno, e quando farete l'interno come l'esterno e l'esterno come l'interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l'uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure allora entrerete nel Regno.” Ah beh però è vero, scusate: ne parla nel vangelo di Tommaso, scusate. Errore mio. Avrei dovuto pensarci: qualsiasi frase presa al di fuori dei vangeli cosiddetti canonici, definiti come tali in base all’arbitrio di alcuni uomini (e quindi per definizione peccatori, no?) nel corso dei secoli, non ha il minimo valore. Scusate.
“Congiungere gli opposti” non significa “fare in modo che il male diventi bene e il bene diventi male”. Quella semmai è un’inversione degli opposti. Massoni, satanisti, Illuminati o chi per loro avranno pure un interesse a invertire il bene col male, nella nostra percezione. Ma non è questa la congiunzione degli opposti. Quando gli opposti si congiungono, l’effetto è quello di uscirne. 1+1=3. E’ l’apertura delle porte del Paradiso. Ma porca troia, cosa vuol dire che Dio è “l’alfa e l’omega”? Non è la congiunzione degli opposti? Oh, non lo dico io: è scritto nell’Apocalisse. Se si uniscono il principio e la fine, cosa si ottiene? L’infinito. Toh guarda: ho trovato Dio.
C’è anche questa concezione che mi lascia sempre molto perplesso. Si dice sempre che Dio è nei nostri cuori, che dobbiamo conoscerlo e ci dobbiamo aprire a Lui per raggiungerlo, in un certo senso. Perfetto. Poi, però, non appena si nomina una possibilità di conoscenza profonda, vera, interiore, sentita e benedetta non va bene. Infatti, non so se ci avete fatto caso, ma la luce è bella… finchè rimane fuori di noi. Non appena si solleva la questione della conoscenza interiore di Dio senza passare da nessun tramite esterno a noi, ALT!!! “Vuoi conoscere Dio per i fatti tuoi?! Ma sei pazzo? Lascia stare, amico mio: quello è Satana che ti tenta! E’ lui che vuole farti credere di diventare come Dio. Ti attira con la promessa del potere e poi ti incula. Lascia perdere! Fatti li cazzi tua!” Capite il trucco? Non appena si ventila la possibilità di conoscere per davvero Dio intimamente, il Cornutazzi viene sempre eretto a guardiano tenebroso della conoscenza. Svolge il ruolo del gatekeeper, viene assurto a Uomo Nero per incutere paura nelle teste di chi è seriamente e genuinamente interessato a sentire il divino in sè, in prima persona. Eh no, così no. Vuoi conoscere Dio? Passa dalla Chiesa, passa dai preti, passa da mio nonno in carriola. E rimani nell’ignoranza.
“Il serpente che fa mangiare il frutto della conoscenza è considerato, dagli gnostici, il vero dio. Gnosi, infatti, vuol dire conoscenza. Ma la conoscenza viene simboleggiata anche dalla luce e il portatore di luce è Lucifero.”
Capite? La conoscenza di Dio è male. Vuoi sentire Dio in te? Luciferino che non sei altro! Gnostico bastardo! Massone illuminato delle mie palle! Redimiti!! Che poi ci siano dei cretini che venerano davvero un rettile o un pirla con le corna, questo è un altro discorso. E’ roba da favolette per bambini, quella. E’ un’interpretazione agghiacciante di un messaggio infinitamente profondo. Idem quello della Chiesa. Ciò che la Chiesa ha fatto nel corso dei secoli è uno stupro in piena regola del messaggio del Cristo. Non biasimo minimamente chi, di fronte ad una siffatta lettura, molla tutto e si fa ateo. Come fai a chiamarlo stupido? Di fronte a un quadro sconclusionato e senza senso è normale storcere il naso. Storci e storci prima o poi si rompe.
Il messaggio di Gesù è rivoluzionario, oggi più che mai. E’ senza tempo (giustamente), rivolto a ognuno di noi. In realtà, è la parte più divina di ognuno di noi a parlare al nostro cosiddetto ego. Se me lo trasporti all’esterno, distorcendolo all’inverosimile, e me lo confini temporalmente, mi dici come può tornarmi utile? Io ho letto bene i vangeli (sì: anche quelli apocrifi) solo l’anno scorso. O due anni fa, non mi ricordo, comunque ci siamo capiti… Prima di allora ne avevo presi solo spizzichi e bocconi qua e là, senza rimanerne granchè impressionato. Risultato? Sono fantastici. Non ho mai letto nulla di più potente e allo stesso tempo di facile comprensione. C’è così tanta verità, lì dentro, da non meravigliarmi se non vengono compresi da tante persone. Mi sorprenderei del contrario. Essendo noi fondamentalmente superficiali e bloccati nella razionalità schematica appresa dagli altri, qualsiasi concetto più profondo viene razionalizzato seguendo appunto degli schemi arbitrari imparati, provenienti da chi ci sta intorno. Una regola basilare di questo paradigma è: il mondo è tutto là fuori, racchiuso nella (minuscola) parte visibile dello spettro della luce. Un’altra regola è: l’autorità la sa più lunga di te. Credile, perchè vuole solo il tuo bene. Per cui, se ti dicono che Gesù Cristo era l’unico figlio di Dio vissuto 2000 anni fa, credici: hanno ragione.
Quando, invece, qualcuno si azzarda a proporre un’altra lettura per cui il Cristo in realtà è una possibilità, rappresenta la realizzazione totale di una persona, l’intima conoscenza totale dell’esistenza, l’assoluta presenza interiore, diffida di costui o costei! Ti porterà solo all’inferno, in quanto è soltanto un servo o una serva di Satana. Attieniti all’interpretazione/stupro del catechismo e stai zitto.
APPENDICE
Dio non è una persona. Non è nemmeno un essere antropomorfo. E non è (solo) “là fuori”. Per una pura esigenza di chiarezza espositiva e concettuale, facciamo così: prendiamo Dio e definiamolo in due modi. Uno assoluto (e Reale con la “R” maiuscola) e uno relativo. In termini assoluti, Dio è tutto. E con tutto intendo proprio TUTTO (sì: anche Satana). Paradossalmente questo “tutto” è infinito, per qui non è delimitabile, non è definibile. Se si dice “tutto”, infatti, si esclude il “niente”. E’ tutto e niente allo stesso tempo, diciamo. E’ puro e assoluto amore, desideroso di conoscersi attraverso la manifestazione.
In termini relativi, Dio sta ad indicare quella parte più “alta” dell’esistenza, la Verità, quella parte dell’esistenza che la permea tutta indistintamente. Quell’”energia” comune a tutto l’universo, il nucleo sostanziale, unico, presente in noi come in una pianta, o in un sasso, o in una stella. E’ la parte intrinseca che unisce ciò che appare separato. E’ quell’intelligenza esteriormente nascosta che permette al sangue di scorrere, alla mente di pensare, ai pianeti di muoversi e all’universo di esistere così com’è. E’ quella parte che la scienza ignora, in sostanza, limitandosi a descriverne la superficie, la manifestazione esteriore. E’ quella parte che voi ignorate e alla quale, in un certo senso, vi sostituite. Oh Cristo! Ma questo significa che ognuno di noi è Satana! Sì, è così: ci “sostituiamo” a Dio.
Satana è un concetto, non è un particolare tizio taurino. E’ ogni persona nel momento in cui non sente in sè l’amore incondizionato, in ogni istante nel quale pone sè stesso (inteso come ego, o mente superficiale) in contrapposizione al resto della realtà, separato da essa e con essa in conflitto.
Cristo è la persona “de-satanizzata”. E’ colui o colei perfettamente conscio/a in ogni istante della natura dell’esistenza, della sua origine e della sua fine, oltre che del suo fine: consapevolezza. E’ consapevole di essere una scintilla di consapevolezza, giunta qui per portare consapevolezza agli altri e all’universo e per riceverla dagli altri e dall’universo attraverso le interazioni. Ogni evento e ogni incontro nascono dalla consapevolezza, generano consapevolezza e “muoiono” nella consapevolezza.
Buona Pasqua a tutti!
2 commenti:
complimenti e grazie per gli ultimi
post;se non sai "cosa fare da grande"
ti suggerirei il "teologo consapevole" ,alle medie o superiori,la passione non ti manca e sarebbe un insegnamento basilare per le nuove generazioni,imparerebbero a ragionare con la propria testa,ovviamente con un altro ordinamento scolastico!
Ciao e Buona Pasqua.
Ahahah! Potrebbe essere un'idea... ;)
Ti ringrazio tanto per il commento e il supporto! Buona Pasqua anche a te! :)
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