Nel post precedente vi avevo fatto una domandina semplice semplice: voi, nella vostra vita, avete mai visto un tavolo? Spero siate stati onesti e sinceri con voi stessi, nel dare la vostra risposta. Qualcuno, che ringrazio, l’ha messa pure nei commenti al post. Tanto non ci sono risposte giuste o sbagliate ed è tutto libero da giudizi. Comunque sia, la domandina serviva per portare alla luce una realtà incredibile quanto sconcertante: noi non vediamo il mondo. Non lo vediamo, non lo percepiamo, ci scappa da sotto il naso. Siamo convinti di vederlo. Ma non lo vediamo. Vediamo sempre una descrizione del mondo, fatta di parole ed etichette. Ma il mondo reale non lo vediamo. Badate bene: con “mondo” intendo tutto, noi compresi.
Il tavolo della domandina sa di essere un tavolo? No: è quello che è. Siamo noi a dargli un nome ed è giusto che sia così, altrimenti è un macello, non ci si raccapezza più. Il limite però è sottile e noi l’abbiamo superato: il nome, da mera etichetta, è diventato l’oggetto stesso. Abbiamo sostituito alla realtà una sua rappresentazione arbitraria e non ci accorgiamo nemmeno del disastro. Perchè non ne abbiamo consapevolezza. Quindi le cose e gli esseri viventi non sono più “quello che sono”, ma sono: un tavolo, un albero, una persona, un uomo, una donna, un cane, una macchina. Per noi il mondo è questo qua:
Letteralmente.
Noi stessi non siamo più ciò che siamo. Essere ciò che si è equivale a dire “realizzazione”, “illuminazione”, “Cristo”. Noi, invece, crediamo di essere. Ecco il grande ingannatore. Crediamo di essere Salvo Mastanco, nato 36 anni fa a Sanprepuzio Invaginato, junior market analist per la Place-In-Your-Ass assicurazioni, amante delle auto e del colore verde, delle bionde, dell’astrattismo maculato, accanito elettore del Partito Deituoisoldi, tifoso dell’Interlan, laico catto-induista, fidanzato tre volte e mollato quattro, placido e spietato, laureato in economia internazionale – specializzazione “commercio eco-sostenibile della lanetta dell’ombelico”, acerrimo oppositore della risoluzione Onu sulla limitazione del fosfato pneumo-idrogenato ai paesi del Terzo Mondo. E altre mille puttanate simili. (Un saluto agli amici di Sanprepuzio Invaginato)
Forse è una questione a cui non diamo molto peso, ma a Salvo basta un colpo in testa ben assestato per farlo entrare in coma. E può benissimo capitare che, una volta sveglio, non riconosca più i suoi cari. Può anche cambiare improvvisamente carattere e diventare letteralmente un’altra persona, irriconoscibile. Da amante del colore verde può diventare cultore del rosso; non è più tifoso dell’Interlan ma della Torintus, diventa ateo-buddhista, scontroso e sensibile, tendente a scacciare quello schifo infantile dell’astrattismo maculato in favore del neorealismo ad acqua. Cambia completamente, molla moglie e figli, tanto manco li conosce, e scappa con una brasiliana 23enne di nome Gnocchinha.
Ma cosa è cambiato davvero? Lui o la sua personalità? Per come la vediamo noi, è cambiato lui. Questo perchè siamo identificati con la nostra personalità, con tutto quel mare di idee/gusti/convinzioni/modi di pensare che abbiamo assorbito da quando siamo nati. Ma la vita, quella roba che muove il corpo e la mente di Salvo, non se ne è mai andata e non è mai cambiata. La vita è la vita. Che siamo tristi, felici, incazzati o innamorati, la vita è la stessa medesima. Siamo noi, quella roba lì. La personalità cambia, le emozioni ci trascinano dal paradiso all’inferno, ma la vita non si muove. Il fatto che diciamo “vivo la mia vita” è indicativo del caos nel quale siamo immersi. Nessuno vive niente: siamo già la vita stessa. Ma non ce ne accorgiamo perchè abbiamo schiacciato noi stessi sotto un mare di cagate alle quali continuiamo a credere. Quindi, per noi sono reali. A tutta questa marea di informazioni “artificiali”, impiantate, aggiungete l’aspetto biologico-animale, quello del corpo e degli istinti ormai fuori controllo per via del caos mentale. Non siete nemmeno l’animale: l’animale esiste perchè c’è la vita a renderlo possibile. Voi rendete vivo l’animale.
Per come stiamo messi, il tavolo della domandina nel post precedente è realissimo, ma basta fare un piccolo balzo “in alto” per capire che in verità non esiste. E’ finto, irreale, non c’è. Non è un tavolo: è quello che è. “Realizzarsi” significa mollare tutto: nome, cognome, modi di pensare, tifi vari, emozioni. Mollare tutto, smettere di rimanerne appiccicati. Per farlo è necessario rendersi conto di cosa siano in realtà. Una volta presa la consapevolezza il nome sarà solo un nome, il cognome solo un altro nome, i modi di pensare solo alcuni schemi tra tanti, i tifi solo dei passatempi scherzosi e le emozioni solo dei capricci. Tutti strumenti utili per la comprensione, ma destinati ad essere mollati, trascesi.
Uso il “voi” così ve la faccio pesare di più. Volete capire quanto siete rincoglioniti? Ok, lasciate perdere il tavolo e rispondete a questa, di domanda: chi siete voi?
Fermi! Fermate la testa! Sta già vagando. Se avete avuto la lucidità di scartare nome, cognome, animale eccetera, scommetto il mio testicolo destro che siete già partiti di immaginazione nel tentativo di appigliarvi a un concetto, a una risposta. Vi state inventando una definizione, state vagando nel mondo della fantasia. Perchè? Perchè siete superbi, già convinti di avere la risposta, e non vi piace/non volete ammettere la verità: non sapete chi siete. E’ inutile illudersi con espressioni tipo “sono spirito”, “sono anima”, “sono un’emanazione di Dio” e simili. Dietro queste parole c’è il vuoto. Poco fa ho scritto: “Nessuno vive niente: siamo già la vita stessa”. Bello, bellissimo, figata. Ma cosa significa davvero? Non lo sapete. Prendete la parola “vita” e la farcite con delle definizioni arbitrarie, che avete appreso da altri. Ma non c’è un vero sentimento, una vera comprensione delle parole finchè vi aggrappate a concetti mentali, li seguite e vi convincete siano reali. Lasciateli andare (tanto non sono vostri) e arrendetevi di fronte alla verità: non sapete chi siete. Fate un bel respiro profondo. Fatene un altro. Ascoltate quello che c’è. Non provate ad ascoltare: ascoltate.
Rendersi conto effettivamente (ovvero sentirlo dentro) di non avere idea di chi siete è un passo avanti chilometrico. Potete andare a sentire millemila pseudo-guru, life coach e altri cialtroni dalle belle parole, spendendo magari cifre a due o tre zeri e una quantità spropositata di tempo senza fare il minimo passo avanti. Il motivo è semplice: le loro belle parole non smontano ma anzi gonfiano ancora di più il vostro cosiddetto “ego”, ovvero ciò che credete di essere, i vostri modi di pensare e percepire, di rispondere agli stimoli del mondo. Fanno soldi dicendo alle persone, tendenzialmente con problemi di autostima, depressione, smarrimento o semplicemente rincoglionite, che “sono esseri meravigliosi, capaci di imprese straordinarie. Potete ottenere quello che volete, se lo volete davvero. Siete fantastici! Forza, alzatevi in piedi e gridatelo al mondo intero: ‘io sono bellissimo!’ Forza!”
Cazzate! E’ solo un altro modo per farli fuggire dalla loro condizione di miseria. Stanno male, evidentemente, e tu cosa fai per aiutarli? Li fai scappare (ancora) nel mondo della fantasia, li fai autoconvincere di nuove vaccate. Non è una cura, è un’altra inculata bella e buona. Non siete meravigliosi, stupendi, dei capolavori: siete delle merde ignoranti. Fate schifo, non siete niente. Guardate in faccia la verità, per una volta nella vita. Come vi sentite? Sentite di essere perfetti, fantastici? Ne dubito fortemente. Quindi, al momento, la realtà per voi è una sola: siete delle merde, la miseria fatta a persona. E allora smettetela di raccontarvi palle su palle. Smettete di fuggire, tanto non funziona: anche lo scappare è una mera fantasia perchè dalla realtà non si scappa. Si pensa di scappare, ci si illude di riuscirci. Ma non si scappa. E’ il miglior primo passo che possiate fare, la presa di consapevolezza “di base”. Poi sarà anche vero che siamo perfette emanazioni divine, che la realtà è intrinsecamente “buona” eccetera eccetera ma, al momento, non è quello che percepiamo. E’ pura immaginazione, basata su immagini mentali arbitrarie e costruite per aria. Lasciatele andare e ascoltate quello che c’è ora.
Esercitate la presenza. Sentite Renzi in tv e ogni parola lanciata dalla sua bocca è per voi un’offesa all’intelligenza? Reagite. Nel momento stesso in cui lo fate, siate presenti, testimoni della reazione. Non è nemmeno un’auto-osservazione o uno sviluppo dell’attenzione: è proprio… esserci, presenza, essere lì in quel preciso momento. Arriverà una presa di consapevolezza e un istante dopo sorgerà immediatamente una domanda: perchè? “Perchè ho reagito così?” Vi accorgete, per la prima volta in vita vostra, di aver reagito allo stesso modo già altre mille volte, sempre in risposta al medesimo stimolo. E non ve ne eravate mai accorti. Ovvio, non c’eravate. Non c’era consapevolezza, presenza, vita, niente: era tutto automatizzato. E’ come quando premete il tasto “P” sulla tastiera. Cosa vi aspettate di vedere sullo schermo? Una “V”? No, è meccanico, pre-definito, non è propriamente intelligente. Schiacci “P” ed esce “P”. Sempre. Ecco: siete voi in questo momento. Sopiti, addormentati, trascinati dall’intelligenza minima della sopravvivenza, arricchita da un oceano di idee e convinzioni che non vi appartengono. Infatti non è un caso se siete a disagio…
Siate vigili, presenti. Non immaginate i cambiamenti che potrebbero sorgere: emergeranno spontaneamente, alcuni piccoli e altri più grandi. E piano piano il mondo diventerà più chiaro, meno nascosto dai significati arbitrari dati alle parole. Diventerà più vero. Arriverà il momento che alla domanda “voi, nella vostra vita, avete mai visto un tavolo?” risponderete qualcosa tipo “E’ da una vita che non ne vedo uno”. Che ne so, sparo a caso. Comunque la risposta cambierà spontaneamente perchè sarà cambiato qualcosa dentro, senza sforzo, senza congetture su cosa fare e cosa dire e come comportarsi. Sarà tutto spontaneo.
2 commenti:
gran bell'articolo,complimenti..è proprio vero.Seguo da un po il tuo blog,si vede che ricerchi la verità senza fermarti a futili informazioni ''preconfezionate'' e provi a far ragionare.
Ti ringrazio tanto tanto tanto. E' esattamente l'obiettivo principale di questi articoli: far ragionare.
E' il miglior complimento che potessi ricevere. Grazie mille! :)
Ti auguro tutto il meglio!
Posta un commento